Doveroso riprendere in mano la pratica dollaro australiano dopo il poderoso rally delle ultime sedute che riporta l’Aussie a contatto con livelli di resistenza molto interessanti.
Fino ad un paio di settimane fa la situazione non sembrava delle migliori. Avevo infatti dedicato un articolo specifico alla valuta dell’area pacifica in cui scrivevo “AUD/USD a sua volta ha infatti innestato la retromarcia dopo il test della down trend line di lungo periodo e ora minaccia sui grafici settimanali la formalizzazione di una figura di testa e spalla ribassista in caso di rottura di 0,64. Superare 0,67 sembra essere il prerequisito per un ritorno a 0,70 e ad una definitiva inversione di tendenza”.
Le notizie provenienti dalla Cina non lasciavano presagire nulla di buono. L’attività manifatturiera in Cina in discesa sotto i 50 punti negli indici Pmi confermava la stagnazione. Stesso discorso per quello che riguardava l’attività collegata ai servizi con una contrazione anche qui sotto quota 50 punti.
Il PIL australiano del terzo trimestre sembrava però fornire interessanti segnali di risveglio con una crescita superiore alle attese del 2,1% su base annua grazie soprattutto ai consumi interni. E proprio la dinamica tutta interna al Paese sul fronte del mercato immobiliare e della richiesta di mutui ha spinto il Governatore della Banca centrale australiana (RBA) Bullock ad assumere un atteggiamento "hawkish" che ha rimesso le ali all’Aussie.
Introducendo parole che non escludono affatto manovre di incremento dei tassi nel 2026 per contrastare l’inflazione, Bullock ha immediatamente spostato le attese del mercato sul costo del denaro che ora prevede un aumento di 25 punti base già ad agosto 2026.
Ovviamente questa notizia ha fatto bene ad AUD/USD che ha prontamente negato la rottura ribassista paventata qualche settimana fa e ora si propone per un contro break.
AUD/USD: tutti in attesa della Fed
Osservando il grafico di AUD/USD, infatti, notiamo come il timido tentativo di scendere sotto i supporti ha innescato una reazione dirompente fatta di ben 10 sedute consecutive di rialzo.
La spalla destra di quell’ipotetica figura ribassista è stata superata e questo annulla per ora ogni prospettiva bearish. Anzi, il mercato si sta riposizionando proprio sotto quella resistenza di 0,67 oltre la quale crediamo ci sarebbe un bel cambio di passo a favore della commodity currencies con direzione 0,70.

Se la Fed risulterà più dovish del previsto, dovrebbe proprio essere il differenziale tassi a favore dell’Australia a guidare la nuova onda di rialzo. Servono però conferme.