È tempo di ritornare a parlare di dollaro australiano, una valuta che come spesso accade in momenti di difficoltà dei mercati azionari subisce il peso delle vendite.
Anche la recente discesa ha confermato questa correlazione con EUR/AUD e AUD/USD che hanno fornito segnali grafici non positivi in prospettiva per l’australiano.
La recente pubblicazione dei dati macro cinesi ha confermato un certo stallo nella crescita di export e import, con il partner australiano che naturalmente è danneggiato da questa crisi da deflazione cinese che ha portato i tassi di interesse addirittura a scendere sotto quelli giapponesi sui tratti più lunghi della curva dei rendimenti.
Non è servito un atteggiamento più "hawkish" della banca centrale australiana e nemmeno la fine dello shutdown americano a ridare smalto ad un Aussie che come vedremo tra poco dal punto di vista grafico sembra pronto a vivere una nuova fase di debolezza se certe condizioni prenderanno corpo.
I dati sull’occupazione più recenti hanno confermato ciò che è emerso nei recenti verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria, ovvero tassi fermi al 3,6% se l’economia australiana mostrerà non andrà in recessione (come quella neozelandese).
EUR/AUD: il vantaggio di rendimento non basta
Il mercato non vede più di 25 punti base di taglio nei tassi nei prossimi 12 mesi, ma proprio questa situazione ci fa dubitare del sottostante valutario che, nonostante il persistere di un vantaggio di rendimento almeno contro euro, è apparso incapace di riprendersi.
La volatilità è in decisa contrazione sul cross EUR/AUD, mentre su AUD/USD il test delle resistenze di lungo termine hanno fornito risposte abbastanza precise.
Tecnicamente abbiamo di fronte due figure per EUR/AUD e AUD/USD che lascerebbero pensare ad una evoluzione bearish nelle prossime settimane.

Per il cross EUR/AUD una figura di continuazione a massimi e minimi convergenti sta prendendo forma e si avvicina il momento della verità con la fuoriuscita sopra 1,80 che sancirebbe la formale ripresa del bull market. Solamente un deciso break ribassista sotto 1,75 manderebbe in archivio questa tesi aprendo prospettive bullish per la valuta di Sidney in ottica 2026. Lo scenario per il momento pare ambizioso soprattutto per quello che sta accadendo sull’altro rapporto di cambio, AUD/USD.

AUD/USD a sua volta ha infatti innestato la retromarcia dopo il test della down trend line di lungo periodo e ora minaccia sui grafici settimanali la formalizzazione di una figura di testa e spalla ribassista in caso di rottura di 0,64. Se superare 0,67 sembra essere il prerequisito per un ritorno a 0,70 e ad una definitiva inversione di tendenza, i supporti essere in questo momento sono più meritevoli di attenzione visto il ripiegamento delle ultime settimane e la figura in via di formazione.