La moneta unica europea prosegue nella sua marcia di rivalutazione contro tutte le principali valute mondiali, ma c’è un curioso fenomeno che casualmente sta coinvolgendo l’euro. Raggiungere dei livelli psicologicamente importanti e coincidenti con dei numeri tondi.
All’appello, giusto dirlo, manca ancora EUR/USD comunque non lontanissimo da quella zona psicologica di 1,20 oltre la quale si avrebbero implicazioni importanti per tutto il mondo forex.
EUR/JPY, ad esempio, è salito fino a 170, zona di prezzo che nel 2008 frenò la forza dell’euro e che solo temporaneamente ad aprile è stata superata prima di un violento ritracciamento.
EUR/CAD ha toccato 1,60. Dal 2016 in avanti questo livello ha sempre favorito dei ritorni di interesse degli investitori per la divisa canadese.
EUR/AUD è tornato a 1,80, un punto già visitato ad aprile e che in precedenza solo nell’era Covid aveva assistito ad uno sforamento da parte di un euro che altrimenti abbiamo ritrovato da queste parti solo durante la crisi del 2009.
EUR/NZD il mese scorso ha toccato i 2 dollari neozelandesi per euro. Anche qui bisogna tornare all’era Covid e al 2010 per vedere una divisa neozelandese così debole.
Indubbiamente aver citato quattro livelli sui quali l’euro ha passato pochissimo tempo negli ultimi anni (soprattutto in momenti particolarmente complessi dei mercati come la crisi del 2009 e il Covid), rende trader e chi utilizza le valute per investimento ingolositi. Zone di prezzo che sembrano attraenti per tentare un ingresso nella direzione "short euro long valute non euro".
Tecnicamente è una tesi difficile da sostenere fino a quando EUR/USD non valicherà quota 1,20. Quindi probabile che questi livelli rimangano ancora sotto pressione per un po'.
Forex: ci sono ancora margini di apprezzamento per l'euro?
Quello che si può fare è invece osservare il livello di eventuale sopravvalutazione dell’euro contro queste valute per capire se ci sono ancora margini di apprezzamento della moneta europea.
Utilizzando i dati Ocse, scopriamo che il dollaro australiano è sopravvalutato rispetto all’euro del 18%, mentre quello canadese dell'11%. Anche il dollaro neozelandese appare “tirato” per il 15%. Questo in teoria significherebbe margini di guadagno ulteriori da parte della moneta europea.
Lo yen giapponese invece sarebbe sottovalutato del 15% offrendo in questo caso un’indicazione di potenziale opportunità di acquisto della valuta giapponese già su questi livelli. Zone di prezzo oltretutto sulle quali la Bank of Japan è già intervenuta.
Come sappiamo bene il PPP non vanta una storia positiva di timing di breve periodo, ma solo nel lungo termine questo indicatore è in grado di esplicare i suoi effetti. Quindi quello che vediamo è un quadro di insieme, non necessariamente l’evoluzione di breve periodo dei vari cross che probabilmente staranno ancora al gancio di EUR/USD.
La legge dei numeri tondi che arrivano quasi tutti contemporaneamente sull’euro è un evento anche grafico da non ignorare e sul quale i mercati potrebbe quanto meno fare qualche ragionamento per dare un po' di respiro alla corsa sfrenata dell’euro fino ad ora. E se il dollaro Usa non collasserà nei prossimi mesi allora i numeri tondi rappresenteranno anche una buona occasione di diversificazione per gli investitori del Vecchio Continente.