Il cambio GBP/USD ha toccato il livello più alto da ottobre 2021 a 1,37647, confermando il buon momento di forma della sterlina britannica e allo stesso tempo il periodo di crisi del dollaro USA. Quest'anno il cable è aumentato di quasi 10 punti percentuali, perché gli investitori hanno venduto massicciamente il biglietto verde a seguito delle politiche commerciali del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump. La guerra commerciale innescata dai dazi ha alimentato i timori che l'economia americana potesse finire in recessione e per questo gli operatori si sono allontanati dagli asset a stelle e strisce.
Ora i trader stanno scontando che la
Federal Reserve acceleri sul taglio dei tassi di interesse, visto che finora l'istituto monetario americano è rimasto indietro su questo fronte rispetto ad altre Banche centrali.
In verità, anche la Bank of England non ha seguito lo stesso ritmo della Banca Centrale Europea, che ha ridotto di otto volte il costo del denaro tra il 2024 e il 2025. Tuttavia, la BoE ha spalmato i tagli nei due anni rispetto alla Fed, che invece ha effettuato tre sforbiciate solo nel 2024. Ciò anche se l'entità totale è stata la stessa: entrambe hanno abbassato il tasso di riferimento di 100 punti base.
GBP/USD: il rally continuerà nei prossimi mesi?
Il sentiment nei confronti del dollaro Usa è pessimo in questo periodo, il che lascia pensare la continuazione del rally da parte del cross GBP/USD almeno per un po' di tempo. "La traiettoria rialzista della sterlina ha in realtà più a che fare con la debolezza del dollaro che con la fiducia nella sterlina stessa", ha affermato Janet Mui, responsabile dell'analisi di mercato presso RBC Brewin Dolphin.
L'analista ritiene che nei prossimi mesi le prospettive per la sterlina non siano convincenti, in quanto "un ulteriore rialzo potrebbe essere limitato a causa dello slancio economico più debole del Regno Unito e della maggiore possibilità per la BoE di tagliare i tassi". Tuttavia, nel lungo termine, "un potenziale catalizzatore potrebbe essere il miglioramento delle relazioni del Regno Unito con l'Unione europea, in particolare se si tradurrà in azioni più concrete nel tempo".
Dello stesso avviso è Paul Jackson, responsabile globale della ricerca sull'asset allocation di Invesco, secondo cui "gran parte del movimento di quest'anno del GBP/USD è attribuibile alla debolezza del dollaro". Infatti, l'esperto ha sottolineato il contestuale deprezzamento della sterlina nei confronti dell'euro. A suo parere, il cross GBP/USD arriverà intorno a 1,40 nei prossimi 12 mesi.
Di parere contrario è invece Brian Mangwiro, gestore degli investimenti presso il gruppo multi-asset di Barings, che vede il GBP/USD scivolare a 1,30 tra sei mesi. "I mercati sono stati eccessivamente ribassisti sul Regno Unito. Di conseguenza, le sorprese dei dati positivi sono diventate di supporto per la sterlina", ha detto. "Tuttavia, continuiamo ad aspettarci un rallentamento della crescita economica e dell'inflazione nel Regno Unito. I segnali si stanno già vedendo, cosa che anche la Banca d'Inghilterra sta riconoscendo. Ciò supporta ulteriori tagli dei tassi della BoE e, in ultima analisi, pesa sulla sterlina".
Quanto al dollaro, Mangwiro ritiene che "i rischi di de-dollarizzazione siano esagerati". Per questo vede un riscatto del biglietto verde. "Il sentiment probabilmente si invertirà con il rimbalzo delle prospettive di crescita degli Stati Uniti e la resilienza degli utili aziendali", ha affermato. "Insieme all'attuale posizionamento estremamente corto sul dollaro, questo dovrebbe sostenere un rimbalzo della moneta americana, trascinando il cable al ribasso".