Banche centrali molto attive nelle ultime giornate e anche in Scandinavia è tempo di decisioni, alcune sorprendenti.
Come previsto dagli analisti, in Svezia la Banca centrale ha tagliato il costo del denaro al 2% rilasciando indicazioni "dovish" circa possibili nuove manovre sul costo del denaro nei prossimi mesi. Le previsioni della Riksbank sono per un minimo sui tassi nel primo trimestre 2026 confortata da un’inflazione in progressivo rientro al di sotto dei livelli target. Gli eventi degli ultimi giorni sui prezzi dell’energia potrebbero deviare dalla traiettoria ideale il movimento dell’inflazione ma per il momento la decisione della Riskbank sembra essere quella di rassicurare il mercato su una politica monetaria accomodante.
In Norvegia è arrivato invece un taglio a sorpresa di 25 punti base che porta il costo del denaro al 4,25%, decisione supportata da un tono "colomba" che prelude a nuovi ribassi grazie ad un outlook sull’inflazione migliore delle previsioni. Questo è il primo taglio dal 2020 e la Banca centrale si attende tassi al 3% nel 2028.
Forex: corona norvegese in vantaggio
Il differenziale di rendimento con la Svezia rimane comunque ampio e teoricamente favorevole alla NOK. Dopo aver riportato i tassi al massimo dal 2008, Oslo ha preferito mantenere alto il costo del denaro più a lungo di Stoccolma anche per effetto di un’inflazione più resiliente e di un mercato del lavoro che praticamente non ha disoccupati.
A maggio l’inflazione core norvegese è stata del 2,8%, sopra l’obiettivo del 2%, ma in costante rientro e questo deve aver favorito l’atteggiamento più accomodante della Norges Bank che si andrà ad intersecare con le elezioni parlamentari di settembre.
Il cross NOK/SEK è ovviamente quello che esprime l’idea del mercato su cosa finora è stato preferito in termini relativi. E non ci sono dubbi che finora SEK è stato meglio di NOK per chi lo ha scelto come trade tattico.

Un rimbalzo di NOK/SEK potrebbe però adesso essere più probabile visto l’interessamento della parete inferiore del canale inferiore ribassista che unisce la sequenza di minimi decrescenti che delimita il trend bearish di lungo termine. Un supporto tecnico che potrebbero favorire un rimbalzo con la parità come obiettivo potenziale.
Il prezzo del petrolio sotto pressione per gli ovvi motivi connessi alla guerra tra Israele ed Iran potrebbe dare una bella mano alla divisa norvegese in termini relativi nonostante l’annuncio a sorpresa sui tassi arrivato giovedì scorso e la tregua appena annunciata da Trump.
Il carry di rendimento combinato all’interessamento di supporti tecnici rilevanti sono due elementi che mi portano a preferire il long NOK short SEK come strategia per i prossimi mesi.