Dopo due trimestri di recupero decisamente importante, il Real brasiliano è costretto a fermarsi.
La causa si chiama Donald Trump e la sua politica commerciale di dazi ad oltranza fino a quando non verranno raggiunti accordi considerati accettabili dall’amministrazione statunitense. Nei confronti del Brasile la partita ha assunto però un livello superiore, non solo per le percentuali di dazi applicate al Brasile.
Trump non si accontenta infatti della questione commerciale (deficit), obiettivamente modesto con il Paese sudamericano, ma come aveva già parzialmente fatto con Cina, Messico e Canada, utilizza altri argomenti per giustificare dazi incredibilmente elevati e punitivi come il 50% applicato sull’import di merce brasiliana.
Il motivo si chiama Lula o, meglio, il trattamento giudiziario ricevuto dall’ex presidente Bolsonaro, politico per il quale Trump nutre una certa simpatia. Non si è fatta attendere la reazione brasiliana con il governo che valuta iniziative di risposta vista l’inconsistenza della motivazione di un deficit commerciale americano.
Staremo a vedere cosa succederà da qui al primo agosto, data fissata per l’effettiva applicazione dei dazi, con le diplomazie sicuramente al lavoro per smussare gli angoli di una trattativa non semplice.
Real brasiliano: USD/BRL verso nuovi massimi?
La reazione negativa del Real c’è stata, seppur non così scomposta come era lecito attendersi. Reazione su USD/BRL che anche tecnicamente era comunque attesa visto l’approssimarsi di una importante zona di supporto a 5,40.

Come si vede dal grafico a candele trimestrali, dal 2012 USD/BRL segue la tendenza rialzista di una media mobile a 18 trimestri verso la quale il cambio nutre un doveroso rispetto e che in poche occasioni ha tentato di violare al ribasso.
USD/BRL è ritornato a 5,40 dove troviamo i minimi dei due trimestri terminali del 2024 prima dello spunto poi rientrato sui massimi storici di 6,30.
Adesso sarà interessante verificare il comportamento non solo del Governo brasiliano, con eventuali ritorsioni al posto delle trattative, ma anche della Banca centrale finora molto attenta nel contenere l’inflazione con ripetuti aumenti nei tassi che hanno permesso al Real di tamponare fughe pericolosi di capitali che avrebbero innescato svalutazione e quindi inflazione importata.
Obiettivamente penso comunque che i margini di apprezzamento per la divisa brasiliana sono agli sgoccioli, soprattutto se la Banca centrale dovesse cambiare atteggiamento sui tassi mostrandosi più dovish come il mercato comincia a sospettare almeno per la parte iniziale del 2026.
Qualora l’appeal del vantaggio di rendimento dovesse venire meno in un contesto di FED meno colomba del previsto, pensare ad USD/BRL su nuovi massimi non è improbabile. Solo una chiusura di trimestre per USD/BRL sotto 5,25 rappresenterebbe invece un segnale bullish che imporrebbe una posizione più proattiva verso il Real brasiliano.