Approfondimento dedicato a due valute oceaniche come il dollaro australiano e neozelandese, currency tipicamente ben correlate al ciclo economico globale e all’andamento delle materie prime essendo i Paesi due importanti produttori di commodity industriali ed agricole. Ma Australia e Nuova Zelanda significano anche dazi e rapporti molto stretti con la Cina e per questo l’andamento del cambio è un ottimo termometro della situazione in corso sui mercati. Situazione che rimane evidentemente tesa a livello commerciale.
EUR/AUD e EUR/NZD non sono infatti lontani da dei massimi importanti da quando è nata la moneta unica europea e questo sollecita un certo approfondimento per valutare se può essere opportuno un ingresso long su AUD e NZD. Intanto vediamo cosa hanno deciso le rispettive Banche centrali.
Nuova Zelanda e Australia: cosa è emerso dai meeting delle Banche centrali
La Banca centrale neozelandese ha mantenuto i tassi fermi al 3,25% con un approccio "dovish". Se l’inflazione continuerà a ritirarsi la RBNZ non esiterà ad agire al ribasso sul costo del denaro (Riunioni Banca centrale Nuova Zelanda: le date dei meeting 2025). La Banca centrale neozelandese prevede un bottom sui tassi al 2,85% entro il primo quarto del 2026.
Una view diversa dall’Australia che invece ha espresso un atteggiamento più "hawkish". La RBA, la Banca centrale australiana, ha confermato i tassi fermi al 3,85% quando le attese degli analisti propendevano per un taglio. Il riaccendersi della tensione su dazi ed un mercato del lavoro ancora tonico consigliano prudenza. Il mercato comunque pensa che i tassi scenderanno di altri 100 punti base nei prossimi 12 mesi in Australia e questo zavorra il dollaro.
Rimangono quindi sotto pressione le due valute, dollaro neozelandese e australiano.
Dollaro Neozelandese e Australiano: cosa dicono i grafici
La prima contro euro è alla quinta settimana consecutiva di ribasso con la soglia psicologica di 2 NZD per Euro che appare sempre più vicina. Ad inizio anno il cross si posizionava attorno a 1,85 ed è quindi lampante il rally molto importante che guida la forza dell’euro. Ormai a tiro i massimi di aprile realizzati durante il Liberation Day, ma anche toccati durante la fase più acuta della pandemia.

Per EUR/AUD la dinamica, seppur meno intensa rispetto a EUR/NZD, ricalca lo stesso copione. Qui la zona di 2 è lontana ma siamo comunque entrati in una zona di prezzo significativa visto che sopra 1,80, dalla crisi del 2009 in avanti, ci siamo stati solamente in era Covid.

EUR/AUD e EUR/NZD sembrano quindi due rapporti di cambio molto interessanti da seguire nelle prossime settimane soprattutto se dovesse tornarsi ad incendiare la questione dazi. Al momento ogni ingresso strategico appare prematuro, meglio attendere price action formali in grado di certificare il ritorno dei compratori di Aussie e Kiwi sul mercato prima di agire.