Le recenti dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, in merito alla necessità di mantenere una politica monetaria restrittiva fino a quando il quadro macroeconomico, e in particolare l’inflazione, non sarà più chiaro, hanno scatenato la reazione di Donald Trump.
L'ex presidente ha accusato Powell di incapacità e di una scarsa comprensione delle dinamiche dei prezzi al consumo, che – secondo Trump – stanno calando in modo costante e giustificherebbero una riduzione dei tassi d’interesse.
Il clima di attesa non riguarda solo la Fed. Anche la Bank of England ha adottato un atteggiamento prudenziale, restando in stand-by di fronte all’incertezza generata dalle politiche commerciali americane. La posizione attendista delle principali banche centrali segnala una fase di transizione che rende difficile anticipare mosse significative senza una maggiore chiarezza sul fronte economico globale.
La BCE anticipa, Londra si prepara a seguire
In controtendenza, la BCE ha appena effettuato un taglio dei tassi di 25 punti base, approfittando di una fase di rafforzamento dell’euro. Questa mossa potrebbe influenzare anche la Bank of England, che secondo le attese dovrebbe intervenire con una riduzione del costo del denaro, anch'essa di 25 punti base, nella riunione prevista per l’8 maggio.
Tale decisione potrebbe rallentare il recente rafforzamento della sterlina, soprattutto nei confronti del dollaro, considerato che contro l’euro la moneta britannica ha mostrato segni di debolezza nelle ultime settimane.
Il differenziale di rendimento e la fiducia nel dollaro USA
Uno dei fattori chiave dietro l’andamento del cambio GBP/USD è stato il differenziale di rendimento tra i titoli di stato britannici e quelli americani. Tuttavia, il recente restringimento di questo spread non ha favorito il dollaro come previsto.
Il biglietto verde continua a risentire della crescente sfiducia degli investitori nei confronti dei Treasury statunitensi, probabilmente alimentata dall’incertezza politica interna e dalle uscite aggressive dell’ex presidente Trump.
Inflazione in calo nel Regno Unito: i tagli attesi
Nel Regno Unito, l’inflazione ha mostrato segnali di raffreddamento: il dato di marzo si è attestato al 2,6%, in calo rispetto al 2,8% di febbraio. Anche l’inflazione core è scesa al 3,4% (dal 3,7% precedente), mentre l’inflazione dei servizi ha rallentato al 4,7% dal 5%. In questo contesto, il mercato prezza una riduzione complessiva dei tassi di 100 punti base nei prossimi 12 mesi, con un primo intervento praticamente certo già all’8 maggio.
GBP/USD: quotazioni vicino a livelli tecnici chiave
La forza della sterlina potrebbe incontrare ostacoli importanti nelle prossime settimane. Il cambio GBP/USD ha segnato un rally significativo, passando da 1,21 a gennaio a valori prossimi a 1,34, i massimi di settembre 2024.
Tuttavia, i veri segnali di inversione di tendenza si avrebbero solo con un superamento deciso della resistenza tecnica posta nella fascia 1,40–1,42. Questo livello rappresenta una barriera storica, frutto dell’allineamento di due doppi massimi registrati nel 2018 e nel 2021.
Un eventuale superamento di quota 1,34 potrebbe offrire ulteriori margini di apprezzamento per la sterlina, ma la resistenza a 1,40–1,42 si preannuncia difficile da abbattere nell’attuale contesto di differenziali dei tassi, con la Bank of England orientata al taglio e la Fed ancora cauta.
Solo un cambio di rotta deciso da parte della banca centrale americana verso una politica espansiva – come auspicato da Trump – o una crisi di fiducia sistemica nei confronti del debito statunitense, potrebbero creare le condizioni per un rafforzamento strutturale del pound.