Dopo il dollaro USA c’è quello canadese tra le valute più performanti del 2022 contro l'euro. Una sorpresa che non può definirsi tale considerando la correlazione positiva che da sempre la divisa del Canada vanta verso i prezzi delle materie prime, petrolio in primis. Ma si deve anche considerare il fattore politica monetaria. Con ripetuti e anticipati rialzi nel costo del denaro il CAD è passato da 1,45 di inizio 2022 a 1,30 attuale contro la moenta unica. L’inflazione però rimane un problema e i mercati cominciano a mostrare qualche perplessità circa le decisioni prese dal Primo Ministro Trudeau.
Il Premier canadese ha deciso, nonostante il primo surplus commerciale dal 2014 grazie al rialzo dei prezzi delle commodity, di aumentare i rimborsi fiscali e le deduzioni a favore dei cittadini. Una mossa espansiva che si somma agli avanzi delle varie Province canadesi: Benzina sul fuoco dell’inflazione con il lavoro della Bank of Canada di aumento del costo del denaro che potrebbe in parte essere vanificato. Il Paese già oggi ha i tassi ufficiali più alti del G10.
Il rialzo della scorsa settimana di 75 punti base ha portato il costo del denaro a 3,25% nel tentativo di riportare l’inflazione al 2%. Lavoro difficoltoso visto che i prezzi al consumo viaggiano al ritmo del 7,6%. Il dollaro canadese rimane comunque una valuta a beta elevato rispetto al mercato azionario. Il tasso di correlazione verso l'S&P 500 è di 0,5, superiore a quello verso rame e petrolio che hanno una correlazione positiva più blanda di 0,2.
EUR/CAD: quotazioni vicine al minimo primario?
EUR/CAD si trova in una struttura tecnica piuttosto limpida, con il downtrend cominciando nel 2021 che prosegue senza grandi interruzioni. Il tasso di variazione a un anno è sceso sotto al 10% e questo rappresenta un primo indizio di un possibile bottom all’orizzonte. Come possiamo apprezzare, ogni volta che il tasso di variazione annuo scende sotto questa soglia siamo vicini ad un minimo primario. Questa condizione sembra rafforzata dalla presenta dei supporti statici che si trovano tra 1,30 e 1,21.
Non è quindi esclusa una ulteriore spinta ribassista, ma il meglio di questa tendenza discendente sembra essere alle spalle. Sempre difficile mettere in campo una strategia long quando la valuta che si spera perda valore ha un rendimento più elevato rispetto a quella scelta da comprare. Finanziarsi in canadesi per acquistare euro ha un costo non indifferente e quindi il long renderà necessaria un’opera di ingresso il più vicino possibile alla zona di 1,21. Pazienza se ripartirà già ora verso l’alto: il rapporto rischio rendimento più favorevole lo troveremo solo con qualche figura in meno.