La Banca centrale australiana (RBA) ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base come da previsioni portandoli al 3,85%. Quello che però ha sorpreso i mercati è stato l’orientamento "dovish" della RBA, un fattore che zavorra le possibilità per il dollaro australiano di riuscire a superare certi livelli oltre i quali ci sarebbe un upgrade tecnico contro dollaro e contro euro.
Lo scenario macro globale è ovviamente incerto. Il debito americano, i dazi commerciali, ma anche il rallentamento cinese confermato da un nuovo taglio nei tassi da parte di Pechino oltre al raffreddamento nella domanda e nei prezzi delle materie prime, sono fattori che continuano a pesare nelle valutazioni di politica monetaria della Reserve Bank of Australia.
E le parole del Presidente Bullock circa il ragionamento di un taglio addirittura di 50 punti base sembra evidenziare l’urgenza di intervenire, ma anche il timore di muoversi con eccessiva aggressività di fronte ad uno scenario molto instabile soprattutto sul tema inflazione.
Forex: per recuperare terreno al dollaro australiano servono due condizioni
Il mercato, dopo queste indicazioni dovish, prevede 100 punti base di taglio complessivo nei tassi nei prossimi 12 mesi, un fattore che pesa sulle valutazioni dell’Aussie che infatti ha smesso di recuperare terreno. Permangono oltretutto elementi di ulteriore incertezza sullo sfondo collegati all’inflazione; ad esempio, il mercato del lavoro rimane molto tonico con la disoccupazione poco sopra il 4%.
Il dollaro australiano vanta una discreta stagionalità nel mese di giugno e questo potrebbe permettere all'AUD/USD di puntare i massimi del 2024 posizionati in area 0,68, zona dove comunque l’aria si farebbe particolarmente rarefatta visto il transito da quelle parti della trendline ribassista che guida il bear market dal 2021.

Poco sopra a 0,69 troviamo poi un fascio di medie mobili che da tempo impedisce all’australiano di cambiare passo per uscire da una fase negativa che trova anche nel differenziale di rendimento inesistente rispetto ai Treasury Usa un fattore disincentivante all’acquisto di AUD.
Passando al cross valutario che più interessa ai trader europei, ovvero EUR/AUD, la condizione tecnica non è dissimile. Il bull market di lunga data cominciato alla fine della crisi dell’euro nel 2012 resiste. Dopo una fase di accumulo in zona 1,60 un nuovo scatto all’insù ha portato il cross non lontano dai massimi dell’era Covid in zona 1,80. Andare oltre significherebbe per l’euro aprire le porte ad un allungo fino alla soglia psicologica di 2 AUD per EUR, un livello visto solo all’apice della crisi del 2008-2009.

Al momento la strategia lungo AUD appare ancora prematura. Servono un ridimensionamento dei tassi americani ed una ripresa economica in Cina, per creare condizioni più favorevoli. Ed entrambe gli scenari al momento sembrano poco probabili almeno nel breve termine.