Il forte nazionalismo repubblicano e la voglia di rafforzare l'indipendenza energetica di Donald Trump potrebbero spingere il nuovo governo a scelte in grado di incidere radicalmente sul settore energetico ed in particolare sul petrolio WTI. Vediamo che impatto potrebbe avere sui prezzi.
Petrolio WTI: maggiore indipendenza energetica americana
Donald Trump ha da sempre sostenuto la necessità per gli Stati Uniti di rafforzare l’indipendenza energetica: questo approccio potrebbe riflettersi in un ulteriore aumento delle estrazioni domestiche con conseguente pressione ribassista sui prezzi del petrolio a livello globale.
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Se la produzione statunitense dovesse aumentare ulteriormente, potremmo assistere a una maggiore offerta di greggio che contribuirebbe a stabilizzare o addirittura abbassare i prezzi sul medio termine. Tuttavia, un’eccessiva disponibilità potrebbe creare tensioni con l’OPEC, spingendo quest’ultima a ridurre ulteriormente la propria produzione per sostenere i prezzi.
Influenza sul mercato globale e sull'OPEC
Le relazioni di Trump con i paesi membri dell'OPEC sono state notoriamente complesse. Durante la sua presidenza, ha spesso esercitato pressioni su Arabia Saudita e altri Paesi produttori per mantenere stabili i prezzi del petrolio, soprattutto quando questi avevano impatti diretti sull’economia americana.
Un nuovo mandato potrebbe significare una maggiore volatilità, con il presidente intenzionato a mantenere i prezzi bassi e l'OPEC che invece punta su quotazioni a livelli più sostenibili per le economie dipendenti dal petrolio. Una vera e propria "guerra silente" che potrebbe generarsi sui prezzi del petrolio da qui ai prossimi mesi.
Inoltre, Trump potrebbe decidere di ridurre il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle politiche sul clima e riprendere un approccio più isolazionista, concentrandosi su accordi bilaterali con i maggiori produttori. L'abbandono di iniziative ambientali e l’eventuale riduzione delle sanzioni a produttori come Russia e Iran potrebbe aumentare l'offerta globale e, in conseguenza, ridurre i prezzi dell'oro nero.
In conclusione, l’elezione di Donald Trump potrebbe portare un aumento dell’incertezza nei mercati petroliferi, con fluttuazioni guidate dalle sue politiche in tema energetico. La possibilità di un aumento della produzione domestica statunitense e una minore attenzione ai temi ambientali potrebbero esercitare pressioni ribassiste sui prezzi, mentre le pessime relazioni con i principali produttori potrebbero portare a una maggiore instabilità a livello globale.
Livelli operativi ed analisi tecnica sul petrolio WTI
Andiamo ad analizzare cosa ci dice il grafico del prezzo del petrolio dal punto di vista tecnico. Utilizzeremo lo strumento "WTISPOT" presente nel broker Trive grazie al quale saremo in grado di fare trading senza scadenze tecniche e con leva 1:10.
Per ciò che abbiamo detto in questo articolo, la nostra view di medio-lungo periodo è ribassista e quindi ogni rialzo rappresenterà un'ottima occasione per un trade "short".
Attualmente il prezzo staziona nel range rotazionale 72,30$-71,3$ che ha funzionato come supporto in passato e come resistenza nell'ultimo mese. Il livello dei 72,5 dollari al barile violerebbe la nostra analisi ribassista in favore di una rialzista di breve termine.
Per il momento decidiamo di posizionarci "short" a mercato da 71,3$ con stop loss a 73,10$ e con target 67,70$ con un rapporto rischio-rendimento di 1:2. Invitiamo comunque a fare molta attenzione perché, causa incertezza futura nel settore energetico, le cose potrebbero cambiare da un momento all'altro. Seguiranno infatti aggiornamenti.
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