Wall Street ha chiuso una delle settimane più turbolente degli ultimi tempi. Improvvisamente, l'euforia per il boom dell'intelligenza artificiale ha lasciato il posto alla paura che la bolla stia per scoppiare da un momento all'altro. L’attesa trimestrale di Nvidia di mercoledì scorso aveva inizialmente fatto tirare un sospiro di sollievo agli investitori, confortati dal fatto che il più grande progettista di chip al mondo, essenziali per sostenere la nuova tecnologia, avesse mostrato numeri strabilianti e tracciato prospettive future altrettanto positive.
Nvidia scaccia la paura bolla AI: trimestrale e guidance oltre attese
Tuttavia, l'euforia è durata poco, perché il mercato è tornato in sé una volta ricordate le spese enormi che gli hyperscaler stanno sostenendo per costruire data center e infrastrutture AI, e di quanto siano esposti dal punto di vista debitorio per raggiungere l'obiettivo. In pratica, se si crea una crepa nel sistema, i grandi guadagni di Nvidia potrebbero venire ridimensionati.
I dati sul mercato del lavoro statunitense riferiti al mese di ottobre - pubblicati questa settimana in ritardo a causa dello shutdown - hanno mostrato una situazione occupazionale nel complesso migliore del previsto. Questo dovrebbe indurre la Federal Reserve a temporeggiare prima di un ulteriore taglio dei tassi di interesse. Quanto basta per inasprire il sentiment degli investitori.
Wall Street: BofA rivede una situazione simile a quella del 2018
Gli ultimi dati di Bank of America sui flussi di capitale nei mercati finanziari testimoniano come, la scorsa settimana, gli investitori si siano spostati sulla difensiva, con le azioni value che hanno registrato il maggiore afflusso in nove settimane. Secondo Michael Hartnett, strategist della banca statunitense, la situazione attuale a Wall Street si sta dirigendo verso uno scenario simile a quello del 2018, anno in cui la Federal Reserve alzò tassi di interesse per ben quattro volte facendo crollare i mercati.
A suo avviso, la Banca centrale rischia di "cadere in una trappola" simile, perché il mercato finora ha scontato massicci tagli dei tassi tra quest’anno e il prossimo. "Come nel dicembre 2018, potrebbe esserci una svendita guidata da banche e broker", ha affermato Hartnett. Per questa ragione, il suo team si è posizionato in vista di un simile scenario. "Siamo long su obbligazioni zero-coupon per anticipare tale evoluzione", ha dichiarato.
In una recente nota ai clienti, Yardeni Research ha individuato alcune forze dietro l’improvvisa svolta ribassista, quali i timori sull’AI, il crollo di Bitcoin, il mercato del lavoro, le preoccupazioni sulla Fed e la questione della crescita economica. "Se il ribasso diventa una correzione completa, l’obiettivo di 7.000 punti per l’S&P 500 a fine anno potrebbe slittare all’inizio del 2026, sebbene il rapido cambiamento del sentiment suggerisca che il calo dovrebbe terminare presto", ha affermato Yardeni.