La settimana che si è appena conclusa è stata disastrosa per gli indici di Wall Street. Mai dallo scoppio della pandemia si è visto un sell-off così violento come lo è stato durante l'ultima ottava. Alcuni segnali stanno allarmando oltremisura gli investitori.
L'S&P 500 ha chiuso al di sotto della media mobile a 200 giorni, indicatore chiave per delimitare il trend di lungo periodo. A pesare sul sentiment negativo sono le azioni tecnologiche, tramortite dalle vendite sulle aspettative che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse tra un paio di mesi.
La stagione delle trimestrali è iniziata con più ombre che luci, serpeggiando la sensazione generale che i profitti post-pandemici che si sono visti negli scorsi trimestri difficilmente si ripeteranno. A corredo di questo quadro a tinte fosche vi è una tagliente tensione geopolitica, dovuta all'imminente invasione della Russia in Ucraina.
Un rapporto arrivato da Washington in proposito segnala che gli Stati Uniti stanno consentendo agli Stati siti nel Mar Baltico di inviare armi a Kiev e questo presagisce poco di buono sull'evoluzione della situazione in senso diplomatico.
Secondo Ethan Harris, responsabile dell'economia globale presso Bank of America, l'economia globale è attanagliata da molti rischi, anche a livello geopolitico, ma nel breve termine il più grande per i mercati è la lotta che la Fed ha deciso di intraprendere per abbattere la curva dei prezzi.
Wall Street: la caduta dei super ricchi
In questo caos generale in cui le azioni hanno perso gran parte del loro valore, i miliardari di Wall Street hanno visto sgonfiarsi il loro patrimonio. Sono stati in pochi a essere risparmiati dalla buriana che ha colpito tutti i settori: dalle e-commerce, ai giochi online, alle criptovalute.
I primi 5 paperoni tech hanno perso qualcosa come 67 miliardi di dollari complessivamente nella settimana, che per giunta è stata solo di 4 giorni borsistici in USA, visto che lunedì 17 dicembre si è celebrato il Martin Luther King's Day e Wall Street è rimasta chiusa.
Tra questi Jeff Bezos ha lasciato ai mercati 20 miliardi di dollari della sua ricchezza, mentre Mark Zuckerberg ha visto scendere il suo patrimonio di 10,4 miliardi di dollari. È andata ancora peggio a Elon Musk che con le vendite di Tesla ha perso oltre il 9% della sua ricchezza, diminuita di 25 miliardi di dollari. La tempesta che si è abbattuta sulle criptovalute ha pesantemente ridimensionato il patrimonio di Chanpeng Zhao, Amministratore Delegato di Binance, sceso di 17,7 miliardi di dollari e che ora vale 75 miliardi di dollari.
A salvarsi da questo tsunami è stato il re della moda di lusso Bernard Arnault, che non ha perso soldi grazie all'andamento positivo delle sue aziende e che ora è a un soffio per conquistare la seconda posizione tra gli uomini più ricchi del mondo scansando Jeff Bezos. A separare i 2 infatti sono solo 100 milioni di dollari: il numero uno di Amazon possiede una fortuna di 167,6 miliardi di dollari, mentre il proprietario di LVMH ha un patrimonio di 167,5 miliardi di dollari.