Dopo aver rilevato quelle che sono le attese degli analisti per i risultati di Intesa Sanpaolo (Trimestrale Intesa Sanpaolo: solidità e margini sotto i riflettori), vediamo, con l'aiuto degli analisti di Equita, cosa aspettarsi dalla trimestrale di UniCredit.
Equita Sim prevede un terzo trimestre positivo per UniCredit, sostenuto da un buon andamento dei ricavi e da un costo del rischio sotto controllo. L'istituto guidato da Andrea Orcel pubblicherà la trimestrale domani 22 ottobre e i risultati dovrebbero confermare la solidità della banca anche in un contesto di normalizzazione dei tassi.
Trimestrale UniCredit: ricavi stimati in aumento
Nel dettaglio, Equita stima per UniCredit un margine di interesse a 3,4 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto al secondo trimestre e del 4% su base annua, un dato comunque influenzato dalla dinamica dei tassi sull’Euribor (-9 punti base trimestre su trimestre) e dalla compressione dei margini in Russia. Le commissioni sono viste stabili: +2% anno su anno ma -5% rispetto al trimestre precedente per via della tipica stagionalità estiva, in particolare nel comparto investimenti e hedging fees.
I ricavi complessivi del gruppo sono attesi a 6,17 miliardi (+1% rispetto al trimestre precedente, +3% su base annua), mentre l’utile operativo è stimato a 3,8 miliardi, sostanzialmente invariato trimestre su trimestre (-1% su base annua). Equita inserisce tra i contributi positivi alla trimestrale di UniCredit anche quello dell’internalizzazione del business assicurativo, pari a circa 70 milioni di euro, e dividendi e investimenti azionari per 240 milioni, di cui circa 140 milioni legati al consolidamento via equity della quota in Commerzbank.
Ricavi resilienti e redditività in linea con la guidance
Sotto la linea operativa, gli accantonamenti per perdite su crediti (LLPs, Loan Loss Provisions) sono stimati a 192 milioni, pari a un costo del rischio di 18 basis point, che conferma la qualità del portafoglio crediti. L’utile netto trimestrale di UniCredit si attesterebbe così a 2,48 miliardi, un risultato che consolida la redditività su livelli elevati.
Sul fronte patrimoniale, Equita segnala un CET1 pro-forma in area 14%, in calo rispetto al 16,2% del secondo trimestre 2025, penalizzato dall’incremento delle quote detenute in Commerzbank e Alpha Bank e dall’impatto degli aggiustamenti sui modelli RWA. La riduzione del capitale è tuttavia parzialmente bilanciata da una politica di remunerazione ancora generosa. UniCredit ha confermato, infatti, un interim dividend da 2,1 miliardi di euro sull’utile 2025 e l’avvio dell’ultima tranche da 1,8 miliardi del buyback relativo ai profitti 2024, equivalenti complessivamente a circa il 4% della capitalizzazione di mercato.
Equita si dice convinta che UniCredit nella trimestrale confermerà la guidance di utile 2025 a 10,5 miliardi e ad oltre 11 miliardi nel 2027. La Sim ha mantenuto le proprie stime sull’esercizio in corso ma ha rivisto al rialzo del 2% quelle sul biennio 2026-2027, riflettendo la “più sostenuta dinamica del margine di interesse”. Nelle parole degli analisti, “continuando a incorporare un contributo dalla Russia in calo sostenuto, stimiamo un margine di interesse in diminuzione dell’1% su base annua nel 2026 e sostanzialmente stabile o in leggera crescita dal 2027”.
Target price a 71,5 euro, confermato il giudizio Buy
Alla luce di queste revisioni e dell’aggiornamento del modello di valutazione fino al 2027, Equita ha alzato il target price sul titolo UniCredit del 4%, portandolo a 71,5 euro per azione, mantenendo il rating Buy. Il titolo, che a Piazza Affari ha messo a segno una performance brillante da inizio anno (+70%, contro il +24,8% del FTSE Mib), rimane sostenuto dalle aspettative di profitti ricorrenti e da un ritorno sul capitale (ROTE) stimato sopra il 22%.
Per il mercato, la combinazione di solidità operativa, capacità di generare cassa e ritorni agli azionisti rafforza l’immagine di UniCredit come una delle storie bancarie più convincenti nel panorama europeo.