Nelle ultime sedute, il comparto bancario ha dovuto fare i conti con il contributo “straordinario” richiesto dal governo per chiudere la manovra di bilancio. Lo schema più accreditato prevede di far emergere le riserve accantonate nel 2023 con l’ “escamotage” dell’allora tassa sugli extraprofitti: le banche potrebbero distribuirle come dividendi, versando allo Stato un’aliquota ridotta attorno al 26%, generando incassi nell’ordine di 3 miliardi tra imposta e tassazione dei dividendi.
In alternativa, si valutano contributi straordinari modellati su soluzioni già viste in Spagna, con un'incidenza del 5–6% sugli utili, ma l’indirizzo politico prevalente resta la strada dell’accordo e non della tassa automatica. L’Associazione bancaria italiana ha aperto a contributi pluriennali negoziati “nella stessa logica del 2024”, ma ha ribadito il no a tasse straordinarie, mantenendo prudenza su cifre e meccanismo.
Intanto il conto alla rovescia in vista dei risultati del terzo trimestre 2025 è già partito: il comparto bancario italiano dovrebbe registrare utili cumulativi per oltre 5 miliardi di euro. Il prossimo 22 ottobre ad aprire le danze sarà UniCredit, mentre per la trimestrale di Intesa Sanpaolo sarà necessario attendere il 31 ottobre.
Trimestrale Intesa Sanpaolo: le stime di Equita
L’ultima riga di conto economico, stima Equita, dovrebbe attestarsi a circa 2,29 miliardi, in linea con la guidance annuale di oltre 9 miliardi che, rilevano gli esperti, “verrà almeno ribadita”.
“Sulla base delle nostre stime Intesa Sanpaolo dovrebbe chiudere i primi nove mesi del 2025 con un risultato sopra i 7,5 miliardi, rendendo quindi la guidance (e le nostre stime > €9,4 miliardi) particolarmente visibile, anche al netto delle azioni manageriali che la società implementerà nel quarto trimestre”.
Il margine di interesse, previsto in calo del 2% su base trimestrale e del 6% su base annua a 3,71 miliardi, riflette la normalizzazione dei tassi, ma la qualità dei ricavi resta elevata. Le commissioni, sostenute dal risparmio gestito, otterrebbero un incremento annuo del 3%, nonostante la consueta stagionalità estiva penalizzante.
Il trimestre, dunque, racconta una banca che naviga la transizione del ciclo dei tassi senza perdere equilibrio. I ricavi totali, attesi a 6,6 miliardi, evidenziano una lieve flessione congiunturale (-5%), ma non intaccano la redditività, sostenuta da costi operativi stabili e da una disciplina gestionale che mantiene il cost/income intorno al 40%.
Sul fronte della qualità del credito, “non ci aspettiamo segnali di deterioramento della qualità dell’attivo”: il costo del rischio rimane contenuto a circa 30 punti base, a conferma di una prudenza operativa che si traduce in resilienza patrimoniale. Il CET1 ratio è visto in leggero miglioramento rispetto al 13,5% del trimestre precedente, elemento che rafforza la posizione della banca in vista delle nuove sfide regolamentari.
Azioni Intesa Sanpaolo: per Equita upside potenziale di oltre il 15%
A consolidare la strategia di Intesa Sanpaolo c’è la politica di remunerazione: a novembre verrà distribuito un acconto sul dividendo 2025 da 3,2 miliardi, circa il 3% della capitalizzazione.
Equita ha confermato le proprie stime per il 2025 e ritoccato al rialzo quelle del 2026-2027 (+2%), riflettendo una visione ottimista su trading e costo del rischio. Il target price è stato portato a 6,3 euro, con rating “buy”. Il target sulle azioni Intesa Sanpaolo di Equita incorpora un premio rispetto ai livelli attuali di oltre 15 punti percentuali.
ISP: RBC avvia la copertura con valutazione “outperform”
Intesa Sanpaolo è entrata ufficialmente nel radar di RBC, che ha avviato la copertura con giudizio “outperform” e target price di 7 euro (in questo caso l’incremento potenziale è di circa il 30%).
La banca, rilevano gli analisti della società canadese, non ha bisogno di rivoluzioni per mantenere una redditività di vertice. Basterebbe, in fondo, un pizzico di efficienza sul fronte retail e qualche slancio in più nei ricavi corporate: abbastanza, dice RBC, per far salire il ritorno sul capitale tangibile di circa 1,8%.
Nel frattempo, il margine d’interesse presenta rischi di ribasso limitati e dovrebbe restare “largamente stabile” nel prossimo piano strategico. In un panorama bancario italiano tornato a ribollire di operazioni M&A, RBC intravede per Intesa l’opportunità di consolidare ulteriormente la propria posizione dominante nella gestione patrimoniale e nella consulenza finanziaria domestica.
Infine, la domanda di credito in aumento potrebbe giocare a favore del gruppo, mentre l’economia italiana si avvia verso una fase di crescita “normalizzata”. In attesa della trimestrale, sulle azioni Intesa Sanpaolo 18 analisti su 23 mantengono un rating “strong buy” o “buy”, 4 restano prudentemente in attesa (“hold”), e uno, probabilmente per amor di contraddizione, preferisce il “sell”.