Le azioni a Wall Street hanno ripreso a salire dopo qualche scossone degli ultimi 10 giorni per via delle nuove tensioni commerciali USA-Cina. L'allarme - fatto scattare dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump quando ha annunciato possibili dazi del 100% - sembra rientrato, e ora gli investitori guardano con più ottimismo a nuovi record storici.
Solitamente l'ultima parte dell'anno è un periodo proficuo per la Borsa americana, anche e soprattutto perché coincide con una serie di festività che incrementano le vendite delle aziende e quindi gli utili di bilancio. Quest'anno, però, ci sono diversi venti contrari da domare, oltre al rischio di un'escalation commerciale tra Washington e Pechino.
Gli USA sono ancora in ballo con lo shutdown, che rischia di fermare alcune attività produttive e di accelerare il calo occupazionale e non permette di conoscere i dati macroeconomici su cui si basano le scelte di politica monetaria della
Federal Reserve.
Il contesto geopolitico inoltre è ancora turbolento. La fine del conflitto a Gaza forse è stata annunciata con troppa disinvoltura mentre la guerra in Ucraina sembra lontana da una chiusura, con l'ultimo colloquio tra Trump e il leader ucraino Volodomyr Zelensky che si è concluso in malo modo.
Ultimamente si sono aggiunte anche le preoccupazioni per le banche regionali statunitensi. Questi stanno affrontando problemi legati alle perdite sui prestiti, il che evoca quanto avvenuto nel 2023 con il fallimento di alcuni istituti di credito come la Silicon Valley Bank.
Gli investitori però sembrano disposti a passare sopra questi venti di buriana, trainati dall'entusiasmo per il boom dell'intelligenza artificiale, dall'ottimismo per gli utili aziendali e dalle aspettative che la Fed tagli i tassi di interesse con maggiore decisione.
Wall Street: correzione in arrivo?
La corsa di Wall Street rischia però di incepparsi, hanno avvertito in una nota gli strategist di
Bank of America. Sulla base di un modello di valutazione che misura 20 metriche, quattro di esse hanno raggiunto nuovi record, sottolineano gli esperti. Si tratta dei seguenti elementi: capitalizzazione di mercato dell'
S&P 500 rispetto al PIL; prezzo azioni rispetto al valore contabile; prezzo rispetto al flusso di cassa operativo; valore d'impresa rispetto alle vendite.
Altre cinque invece hanno superato le metriche di marzo 2000: prezzo rispetto agli utili per azione non rettificati; prezzo-utili mediano; valore d’impresa diviso per l'Ebitda; S&P 500 rispetto ai prezzi del petrolio WTI; S&P 500 rispetto al Russell 2000.
Il team guidato da Savita Subramanian ha anche avvisato che "i fattori che hanno a lungo guidato gli utili - in particolare l'intelligenza artificiale e la resilienza dei consumatori - potrebbero essere in contrasto". Specialmente l'AI (Artificial Intelligence) "potrebbe ridurre la domanda di servizi professionali, i cui lavoratori hanno contribuito maggiormente alla crescita dei consumi dagli anni '80".
Anche Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley ha provato ad alzare il livello di guardia parlando di questioni ancora irrisolte legate alle tensioni commerciali e del rallentamento delle revisioni degli utili. L'esperto, che la scorsa settimana ha previsto un tonfo dell'11% dell'S&P 500 se la diatriba USA-Cina sui dazi non verrà risolta, ora ha affermato che "è importante vedere una de-escalation più chiara da entrambe le parti, una stabilità nelle revisioni degli EPS (Earnings Per Share, ndr) e una liquidità più ampia prima di eliminare il rischio di un'ulteriore correzione a breve termine".
Ad ogni modo, Wilson rimane rialzista sulle azioni statunitensi, pronosticando una ripresa dell'economia a stelle e strisce nei prossimi 6-12 mesi.