Dopo l’euforia seguita alla fine dello shutdown durato sei settimane, il sentiment si è fatto più cauto: le valutazioni appaiono tese rispetto ai fondamentali e l’attenzione torna sulle prossime mosse della Fed.
Larry Adam, Chief investment officer di Raymond James, invita a distinguere tra rumore e quadro macro: l’inflazione rallenta più del previsto, a ottobre è arrivato un ulteriore taglio dei tassi da 25 punti base e si intravedono segnali di allentamento nelle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
“Con valutazioni oggi nel top 1% degli ultimi vent’anni e molte buone notizie già nei prezzi, restiamo prudenti: eventuali delusioni potrebbero innescare un fisiologico pullback, ma dentro un bull market ancora solido nei fondamentali”, osserva Adam.
ViaSat: difesa, banda e spin-off
ViaSat, player globale nelle comunicazioni satellitari, opera e sta espandendo la costellazione geostazionaria ViaSat‑3, progettata per spostare rapidamente capacità dove la domanda è più intensa; i lanci dei satelliti VS‑3 F2 e F3 sono imminenti e mirano a raddoppiare la banda disponibile.
Nel trimestre fiscale 2Q26, pubblicato il 7 novembre, i ricavi sono saliti a 1,14 miliardi di dollari (+2% a/a), lievemente sotto le attese, con perdita netta ridotta a 61 milioni e backlog del segmento Defense & Advanced Technologies a un record di 1,2 miliardi (+31% a/a).
Brent Penter, analista di Raymond James, resta costruttivo: “nonostante il forte rally degli ultimi sei mesi, vediamo sostanziale upside per SOTP (valutazione "somma delle parti", il metodo che stima il valore totale di un'azienda sommando il valore di ciascuno dei suoi segmenti di business individuali, ndr) e diversi catalizzatori; il mercato sta iniziando a riconoscere il valore del business DAT (Defense & Advanced Technologies, ndr) mentre prosegue la strategic review per un potenziale spin‑out, con comparabili che trattano a multipli EV/EBITDA dalle ‘20s’ alle ‘40s’ contro singole cifre per il satellite”.
La tesi include anche i prossimi lanci ViaSat‑3, con il rischio tecnico “già riflesso” nelle valutazioni; la raccomandazione è "Outperform" con target a 12 mesi fissato a 52 dollari, circa il 55% in più rispetto all'ultima chiusura.
Universal Health Services: execution e capitale
Universal Health Services è tra i maggiori operatori ospedalieri in USA e UK, con oltre 400 strutture e una posizione di leadership nella salute mentale inpatient (il trattamento di pazienti con disturbi psichici attraverso il ricovero in una struttura ospedaliera). Nel terzo trimestre 2025 i ricavi sono saliti del 13,4% a 4,5 miliardi, circa 130 milioni oltre il previsto, ed un EPS "adjusted" di 5,69 dollari ha battuto le stime di 74 centesimi.
Il board ha incrementato di 1,5 miliardi il programma di buyback, portando l’autorizzazione a 1,759 miliardi, mentre la dinamica operativa ha beneficiato di pricing e mix favorevoli in acuto e comportamentale.
John Ransom di Raymond James ha parlato di una view "bullish" per cinque fattori:
- “execution migliorata in 3Q25 con ~5% di beat sull’EBITDA core dopo l’8% sotto le stime nel 2Q;
- basi di confronto ‘facili’ nel 2026;
- valutazione attraente a 6,3x del nostro EBITDA 2027 vs 9,5x di Hospital Corporation of America;
- disciplina nel ritorno di capitale con ulteriori 1,5 miliardi di riacquisti;
- maggiore trasparenza su DPP (Designated Diagnostic Provider, ndr) e HIX (Health Insurance Exchange, ndr), con drag annuo 2028‑32 di ~90 milioni (≈3% dell’EBITDA) e rischio eAPTC (scadenza dei crediti d'imposta avanzati per i premi, ndr) al ‘range alto’ 50‑100 milioni se decade nel 2026”.
Sul titolo Raymond James ha una valutazione "Outperform" con target a 270 dollari, pari ad un upside intorno al 19% a un anno, coerente con momentum di crescita, multipli scontati e visibilità regolatoria.