Italia ed Europa sono a colloquio per trattare sulle nuove regole che riguardano gli accordi di M&A delle banche. L'oggetto della discussione concerne soprattutto la maxi fusione che coinvolge in questo momento UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena e Banco BPM.
In base ad alcune indiscrezioni di stampa, sarebbe questo il principale motivo per cui nel Decreto Sostegni Bis approvato ieri dal Consiglio dei Ministri non vi è stato l'allargamento del tetto agli incentivi fiscali come ci si aspettava. In questo modo si vuole dare più tempo agli istituti di credito di organizzare le operazioni straordinarie.
Le nuove norme saranno inserite in un altro decreto che verrà effettuato prossimamente e non è ancora chiaro se riguarderanno le Deferred Tax Assets o comprenderanno altre forme d'incentivo fiscale.
Decreto Sostegni Bis: cosa ha previsto per le banche
Cosa è successo ieri? Il mondo bancario si aspettava dal Governo guidato da Mario Draghi un ricco tesoretto per stimolare UniCredit ad accollarsi soprattutto MPS, la quale in questo momento viene vista come l'elemento critico della partita a tre. Anche perché ricordiamo che, in base agli accordi con l'Europa, il Tesoro italiano deve uscire entro quest'anno dal capitale della banca senese.
Le attese dunque erano che dal CdM uscissero delle novità importanti, come quella di aumentare la soglia delle DTA convertibili in crediti fiscali dal 2% al 3% del totale degli asset relativi all'istituto più debole che risulta dall'aggregazione.
Questo avrebbe certamente dato maggiore impulso anche ad altre forme di consolidamento bancario, ma in realtà non è arrivato nulla di tutto questo. Anzi, gli incentivi fiscali sulle aggregazioni che erano già stati attuati dal precedente Governo giallo-rosso non possono essere prorogati fino al 2022.
Riguardo i Non-Performing Loan, è stata invece effettuata la proroga degli incentivi per la cessione fino alla fine di quest'anno, con il limite di 2 miliardi a valere per gli anni 2020 e 2021. Sul fronte delle moratorie, vi è la possibilità di posticipare i termini al 31 dicembre 2021 con riferimento alla sola quota di capitale.
M&A: la reazione in Borsa delle banche dopo il Decreto
Le banche coinvolte nel possibile deal nel complesso perdono terreno oggi a Piazza Affari. A metà mattinata UniCredit è in calo di oltre un punto percentuale dopo aver terminato la seduta di ieri con il segno meno. Vanno meglio le cose per Banco BPM che è in guadagno dello 0,8%. Ieri però la terza banca italiana è stata colpita da un sell-off che l'ha portata a chiudere le contrattazioni sotto di quasi il 3%.
C'è da dire che l'istituto guidato da Giuseppe Castagna proviene da un lungo trend rialzista che gli ha fatto segnare in un anno una performance del 150%, galvanizzato proprio dalle voci su una possibile fusione. Ancora vendite invece su Banca Montepaschi di Siena, che perde lo 0,40% stamane e si trova alla terza seduta consecutiva in flessione.