I mercati finanziari globali in questo momento stanno sostenendo un banco di prova importante, stretti tra 2 dinamiti sul punto di esplodere. Da un lato vi è la Fed che è pronta a dare avvio al tapering come annunciato ieri in conferenza stampa dal suo Presidente, Jerome Powell. Dall'altro vi è il caso del momento: la vicenda Evergrande. Il subbuglio che ha generato in questi giorni nelle Borse di tutto il mondo la crisi dello sviluppatore immobiliare rende l'idea di quello che può succedere in caso di default.
Molti sperano che alla fine un intervento in soccorso da parte del Governo cinese possa acquietare le acque e riportare tutto alla normalità. Purtroppo lo spettro della Lehman Brothers si fa ogni giorno più minaccioso, quanto più risulta evidente che la situazione debitoria del gruppo difficilmente escluderà il fallimento.
A inasprire il contesto la velata intenzione da parte delle Autorità di Pechino di non mandare un messaggio sbagliato al Paese avvalorando un sistema di comportamento che cerca strenuamente di combattere, che va dal moral hazard alla ricerca incondizionata del profitto.
Evergrande: default potrebbe essere salutare?
Ma siamo sicuri che lasciare Evergrande al suo destino nel lungo termine non sia salutare per i mercati? Christan Stacke, responsabile globale della ricerca sul credito di Pimco ad esempio ha affermato che nel breve le Borse sarebbero sconvolte da incertezza e volatilità, ma allargando l'orizzonte temporale ciò aiuterebbe a ripulire il mercato del credito cinese.
Ovviamente il Dragone sosterrebbe un rischio non indifferente, legato a un contagio del suo sistema finanziario che potrebbe ostacolare la crescita. Questa eventualità tuttavia secondo alcuni grandi investitori è un pò esagerata.
Bridgewater, il fondo creato da Ray Dalio, in una nota ieri ha definito insensato l'accostamento di Evergrande a Lehman Brother, perché il settore bancario cinese ha la struttura necessaria per assorbire le perdite derivanti da un default ordinato. Questo anzi servirà per disciplinare gli investitori e imporre la dovuta diligenza nei confronti dei debitori.
Investimenti: bisogna ancora puntare sulla Cina?
Il collasso finanziario di Evergrande ovviamente non è passato inosservato tra i grandi investitori. Le obbligazioni della società immobiliare si stanno vendendo a mani basse, anche da parte di hedge fund come BlackRock che a lungo hanno sponsorizzato gli investimenti in Cina. Negli ultimi mesi si sono aggiunti Amundi e Allianz Global Investors a ridurre l'esposizione sui bond Evergrande. Ma ciò che desta preoccupazione è una cosa che va oltre il colosso immobiliare.
In questo momento vi è una spada di Damocle delle Authority cinesi che pende sulla testa degli altri grossi gruppi cinesi, soprattutto nel ramo della tecnologia. Società come Tencent e Alibaba sono state massacrate in Borsa da quando Pechino ha deciso di usare il pugno di ferro. Molti hedge fund di conseguenza si stanno disaffezionando al mercato cinese riducendo gli impieghi.
Sullo sfondo altri 2 aspetti nei prossimi anni potrebbero condizionare gli operatori di mercato. In primo luogo il rischio di delisting da parte di molte società cinesi a Wall Street, a seguito dell'approvazione nel 2020 di una legge che impone agli enti stranieri di allinearsi agli audit contabili delle Autorità di regolamentazione statunitensi.
In secondo luogo il congresso del Partito Comunista cinese nel 2022 che potrebbe confermare Xi Jinping alla guida del Paese, con conseguente probabile giro di vite regolamentari ulteriori che potrebbero significare altri shock per il mercato.