Il caso China Evergrande è diventato ormai un tormento per il Governo cinese, che in questi giorni sta studiando la soluzione più adeguata per sbrogliare l'intricata matassa. In ballo non c'è solamente la stabilità dei mercati finanziari divenuti traballanti a causa di questa vicenda, ma un sistema economico che di riflesso potrebbe essere sconvolto, mettendo seriamente a repentaglio la crescita della seconda potenza mondiale. Ma in realtà sappiamo tutto di quello che sta effettivamente succedendo? Vediamo insieme una guida rispondendo a 10 domande sull'argomento Evergrande, da come è nato, a come si è sviluppato e alle prospettive future.
Chi è Evergrande?
Evergrande è una società immobiliare fondata nel 1996 da Xu Jiayin. Grazie ai finanziamenti ricevuti in maniera generosa dal sistema bancario cinese, il gruppo si è ingrandito sempre di più investendo in numerosi progetti immobiliari. Oggi rappresenta la seconda azienda del Paese nel settore e si contano più di 1.300 progetti distribuiti in oltre 280 città. Quando negli ultimi anni ha visto un calo delle vendite, la società ha deciso di diversificare il business puntando sulle auto elettriche attraverso l'unità Evergrande New Energy Auto, su Internet e contenuti multimediali con l'unità HengTen Networks, sul settore dell'acqua minerale mediante l'unità Evergrande Spring e investendo anche nel calcio con la creazione della squadra di Guangzhou. Complessivamente il valore delle attività di Evergrande si aggirano intorno ai 2.000 miliardi di dollari, pari a circa il 2% del PIL cinese.
Come è cominciata la crisi?
Le operazioni spregiudicate sugli immobili hanno prodotto nel tempo una crisi di liquidità che è stata denunciata da Evergrande nell'agosto 2020. Nell'occasione, i funzionari del gruppo più indebitato del mondo hanno inviato una lettera al Governo provinciale del Guangdong. La missiva avvertiva che i pagamenti dei debiti in scadenza a gennaio 2021 sarebbero potuti saltare generando ripercussioni su tutto il sistema finanziario. Da allora le azioni e le obbligazioni hanno cominciato a perdere valore velocemente facendo temere il peggio nelle più alte cariche dello Stato.
Quant'è il debito e cosa è stato fatto per ridurlo?
In base alle ultime rilevazioni, l'ammontare totale dell'indebitamento societario è arrivato a 1.970 miliardi di yuan, pari a oltre 300 miliardi di dollari. Evergrande ha elaborato un piano per tagliare l'esposizione di circa 100 miliardi di dollari entro la prima parte del 2023. In particolare, nel secondo semestre del 2020 sono stati raccolti 1,8 miliardi dall'unità immobiliare di Hong Kong e 3,4 miliardi dalla cessione di una quota relativa alle auto elettriche. Nel 2021 invece sono state scorporate dall'azienda alcune sezioni concernenti il mercato immobiliare online, quello automobilistico Fanchebao e le attività riguardo l'acqua di sorgente.
Da agosto di quest'anno sono stati raccolti circa 8 miliardi di dollari. Inoltre la società ha assunto come consulenti finanziari le aziende Houlihan Lokey e Admiralty Harbour Capital per trovare una soluzione ottimale per tutte le parti interessate. Le Autorità di Regolamentazione hanno giudicato questi tentativi non adeguati, sollecitando il gruppo a fare di più, magari facendo affidamento a un patrimonio di 80 miliardi di dollari di assets non immobiliari.
Emettere altre obbligazioni o richiedere prestiti?
Le obbligazioni di Evergrande sono state ripetutamente declassate dalle agenzie di rating, con Fitch e S&P Global Ratings che ritengono probabile un default del gruppo. Il problema è chi mai comprerebbe titoli di debito di un'azienda che molto probabilmente non riuscirà a rimborsare gran parte dei bond a scadenza. Molti investitori al dettaglio, compresi i dipendenti della società, rischiano di non vedere un centesimo dei titoli ad alto rendimento su cui hanno investito. La soluzione a questo punto potrebbe essere quella di chiedere prestiti ad alcuni magnati, come successo in passato con Pool Jing di Asia Orient Holdings che ha acquistato una grande quantità di obbligazioni Evergrande. Stavolta però anche questa strada sembra ardua da percorrere.
Quando saranno le prossime scadenze?
Giovedì 23 settembre sarà una data importante in cui la società avrà le prime rate da rimborsare. Hengda Real Estate Group, la divisione principale di China Evergrande Group, ha comunicato che porterà a termine il pagamento di alcune cedole su bond del mercato interno. Hengda Real Estate Group pagherà le cedole sui bond scambiati sulla borsa di Shenzhen "5,8% settembre 2025". Secondo i dati Refinitiv, il pagamento delle cedole costerà a Hengda circa 232 milioni di yuan (35,88 milioni di dollari). Da qui alla fine dell'anno dovrà essere sborsata una cifra di 669 milioni di dollari solo di interessi sul debito. A marzo 2022 andranno in scadenza 2 miliardi di bond e ad aprile dello stesso anno 1,45 miliardi. Il tempo quindi è molto stretto e se non arriva denaro fresco in tempi record per scongiurare il default, gli effetti sui mercati potrebbero essere devastanti.
Cosa farà il Governo?
Questo è un bel dilemma. Alcuni sospettano che Pechino non abbia intenzione realmente di salvare Evergrande, forse per paura di dare un cattivo messaggio al popolo, nell'ambito del suo conclamato obiettivo di "prosperità comune". Inoltre, non adottando la mano pesante, il Governo si renderebbe "complice" di un moral hazard contro cui da tempo ha dichiarato guerra aperta. Tuttavia, il rischio che un mancato intervento possa scatenare un terremoto dalle proporzioni inimmaginabili ha spinto i Regolatori questo mese a firmare una proposta per consentire alla società di rinegoziare le scadenze di pagamento con banche e altri creditori. Quest'ultima soluzione non farebbe altro che procrastinare un problema che si ripresenterà in seguito, senza un vero intervento strutturale.
Come stanno andando le azioni in Borsa?
Un disastro assoluto. Dall'inizio dell'anno nella Borsa di Hong Kong le azioni Evergrande hanno dilapitato circa l'85% del loro valore, passando da 14,90 a 2,27 dollari. Se si allarga l'orizzonte agli ultimi 12 mesi la perdita è ancora più cospicua: -86%.
Too big to fail?
Lo stesso si disse all'epoca per Lehman Brothers, poi sappiamo tutti come andò a finire. In questo gli opinionisti stanno dibattendo sulla peggiore delle eventualità. Citicorp e Barclays hanno cercato ad esempio di smorzare i toni prevedendo alla fine una soluzione di ripiego, ma c'è chi come il più grande banchiere del mondo, Uday Kodak, bolla Evergrande come la versione moderna di Lehman.
Cosa succederà in caso di default?
Gli effetti non possono essere quantificati a priori. Da quanto sta succedendo in questi giorni sui mercati c'è poco da stare sereni. Il pericolo che si produca un effetto domino che parte dal settore immobiliare e abbraccia tutto il sistema finanziario è molto concreto. In questo momento ad esempio anche un altro grande gruppo immobiliare cinese, R&F Properties Co, naviga in acque torbide e necessita di essere salvato.
Sarà Evergrande il cigno nero che porrà fine ai rialzi?
Il trend rialzista di lungo periodo sui mercati azionari che dura da più di 10 anni è stato insidiato da varie crisi in questo lasso di tempo. L'ultima in ordine temporale la tragedia del Covid-19, ma le Banche centrali, con in testa la Fed, hanno costruito una barriera fortissima inondando il mercato di liquidità. Adesso però qualcosa potrebbe cambiare, perché questa nuova bufera sarebbe accompagnata da altri fattori non troppo rassicuranti, come il riacutizzarsi della pandemia, la minaccia dell'inflazione e il conseguente tapering della Federal Reserve in arrivo.