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M&A banche: UniCredit guarda alla Germania, ecco perché

20 set 2022 - 11:30

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UniCredit sta guardando alla Germania per possibili operazioni di aggregazione. Vediamo quali sono le motivazioni e a che punto è il dossier M&A della banca

UniCredit sta pensando alla Germania nei suoi piani di acquisizione per allargare la sua presenza a livello europeo. È quanto ha riferito l'Amministratore Delegato Andrea Orcel in un'intervista rilasciata stamattina al quotidiano tedesco Hanelsbatt. Il CEO ha sottolineato come attraverso le fusioni e le acquisizioni si avrebbe un'accelerazione nella crescita e la creazione del valore aggiunto, ma si tratta di operazioni che andrebbero fatte alle giuste condizioni.
 
"Nessuno può fare previsioni nella situazione attuale, ma posso dirvi che ci stiamo concentrando sull'incremento della nostra quota di mercato in Germania", ha affermato Orcel. Queste parole bastano per sollevare l'interesse degli investitori in merito alle speculazioni su una grande acquisizione nel Paese. Il mercato ha reagito positivamente alle affermazioni del top manager. Nelle prime contrattazioni a Piazza Affari, le azioni UniCredit salgono infatti di oltre il 2%.
 
 

UniCredit: l'accordo saltato con Commerzbank

Orcel ha riferito anche che i colloqui per un eventuale accordo con Commerzbank avviati a maggio sono stati messi in ghiaccio a causa della guerra Russia-Ucraina. Ricordiamo che UniCredit ha dovuto accantonare fondi per far fronte alle perdite derivanti dalla presenza in Russia, di conseguenza è strata costretta a limitare il capitale per operazioni straordinarie. Gli Amministratori Delegati delle rispettive banche, Orcel e Manfred Knof, si erano incontrati già all'inizio di quest'anno per discutere di una possibile partnership e l'idea stava guadagnando sempre più terreno.
 
Ad ogni modo UniCredit stava studiando un'acquisizione della seconda banca tedesca quando al comando dell'istituto italiano vi era Jean Pierre Mustier. Tuttavia, l'ostacolo è derivato da una certa resistenza politica, dal momento che il 15,6% del capitale di Commerzbank è in mano al Governo tedesco.
 
Berlino ha salvato l'azienda di credito dalla bancarotta oltre 10 anni fa e ha avviato un lungo processo di ristrutturazione. L'istituto tedesco ha un valore di mercato che è meno della metà di quello di UniCredit ed è comunque vista in ottica futura come un potenziale target per la seconda banca italiana, che ha già una presenza in Germania attraverso la sua unità HypoVereinsbank.
 
 

Unicredit: le mire espansionistiche della banca

La questione russa ha messo un po' i bastoni tra le ruote alle mire espansionistiche di UniCredit, costringendola a pesanti svalutazioni nel corso del primo trimestre, che hanno superato gli 1,2 miliardi di euro. In oltre un anno e mezzo dalla nomina di Andrea Orcel alla guida della banca, UniCredit ha tentato grandi operazioni, sfumate a volte per un soffio. Come quella dell' OPA su Banco BPM, che non si è realizzata quando ormai i giochi sembravano fatti.
 
Molto tribolata è invece stata la questione che ha riguardato una possibile scalata alla Banca Monte dei Paschi di Siena, per via dei rapporti molto tesi con il Governo Draghi. Non è escluso a questo punto che con il nuovo esecutivo che risulterà dalle elezioni del 25 settembre i colloqui possano riprendere e vedere come epilogo un'offerta di Gae Aulenti.
 
A sostegno della banca vi è un secondo trimestre brillante, a seguito della riorganizzazione per la questione russa. Le attività nel Regno di Putin sono aumentate di valore grazie alla rivalutazione del rublo ma, anche senza questo apporto valutario, gli utili (1,6 miliardi di euro) avrebbero battuto le aspettative del mercato, segnando il miglior trimestre degli ultimi 10 anni. Questo potrebbe liberare le risorse nei prossimi mesi per alcune progetti di acquisizione della banca. Magari proprio in Germania, come dichiarato da Orcel.
 
 

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