Tesla è uscita dalle grazie degli investitori. Dal massimo storico di novembre 2021 a 409,97 dollari, le azioni della compagnia automobilistica a Wall Street hanno
dimezzato il loro valore. L'ultima chiusura di Borsa ha rilevato una perdita del 7,6% a 204,99 dollari, con una capitalizzazione di mercato che è scivolata a 642 dollari. Nel frattempo, vi è stato il secondo
split azionario degli ultimi due anni, che in teoria avrebbe dovuto incoraggiare gli acquisti.
Non sono pochi gli analisti che durante il grande rally del biennio 2020-2021 avevano avvertito che la valutazione della società di Palo Alto era troppo elevata se rapportata ai fondamentali.
Tesla: ecco perché le azioni sono scese
Cercare una sola causa che possa spiegare il motivo di questa debacle delle azioni è riduttivo, in quanto i venti contrari sono molteplici e ben distribuiti tra fattori generali e specifici dell'azienda.
Tra quelli generali vi è innanzitutto lo
spettro di un rallentamento economico, che ha scosso gli investitori allontanandoli dalla attività maggiormente a rischio. L'aumento dell'inflazione e il rialzo dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve in questo contesto hanno giocato un ruolo decisivo. Adesso il mercato teme una recessione, con il crollo della domanda e quindi dei livelli produttivi dell'azienda.
I tassi d'interesse più alti poi hanno colpito in particolare tutto il settore tecnologico, di cui Tesla fa parte. Infatti, le società che puntano sulla crescita, con la risalita dei rendimenti trovano più oneroso finanziarsi per sostenere gli investimenti. Inoltre, la valutazione delle loro azioni, basata sull'attualizzazione dei flussi reddituali futuri, risulta meno elevata effettuando lo sconto a tassi più alti.
Poi vi sono i fattori che interessano nello specifico l'azienda. Innanzitutto ha inciso il blocco delle città cinesi la scorsa primavera a causa del dilagare del Covid-19. L'importante stabilimento di Shangai, di conseguenza, è andato incontro a numerose chiusure che hanno più volte interrotto la produzione.
In secondo luogo vi è stato il perdurante problema della
carenza di fattori produttivi e l'aumento dei prezzi delle materie prime. Questa insidia è stata risolta brillantemente da Tesla in passato, soprattutto se confrontato con quanto fatto dalle altre case automobilistiche, ma, alla lunga, ha obbligato la società guidata da
Elon Musk ad alzare i prezzi. Incrementare i prezzi in un momento di rallentamento dell'economia globale potrebbe avere forti ripercussioni sulla domanda.
Tra i problemi troviamo anche la riduzione delle consegne nel terzo trimestre a causa degli ostacoli logistici che hanno fatto aumentare il costo per i trasporti.
Infine, sulle quotazioni di Tesla ha pesato fortemente tutta la vicenda che riguarda
l'esosa acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Il miliardario imprenditore per farvi fronte ha dovuto liquidare una parte del pacchetto azionario detenuto nell'azienda di cui è Amministratore delegato, il che inevitabilmente ha fatto precipitare il titolo in Borsa.