Le azioni europee subiranno un crollo a 2 cifre il prossimo anno, secondo Graham Secker, capo stratega del mercato azionario in Europa per Morgan Stanley. La visione pessimistica si basa essenzialmente sul fatto che da 18 mesi il rally dei titoli del Vecchio Continente in pratica non ha conosciuto pause significative e quindi è molto improbabile che andrà avanti ancora per altri 12 mesi. In questo Secker si mette in contrapposizione rispetto ad altre grandi banche d'affari come Goldman Sachs e Credit Suisse, che invece si aspettano ancora acquisti per il 2022, sebbene a ritmo più contenuto.
Morgan Stanley: 3 rischi per le azioni europee
L'esperto di Morgan Stanley vede nel rallentamento della crescita economica e nella mancanza di sostegno politico dal punto di vista fiscale e monetario i principali driver che guidano una frenata dei mercati europei e anche globali.
Secker individua uno scenario più tetro determinato da 3 rischi, che a suo avviso non si materializzeranno. Anzi, ritiene più probabile che l'espansione economica continui per i prossimi 2-3 anni determinando un ambiente favorevole per gli utili aziendali.
Quanto ai rischi, il primo consiste nel crollo sorprendente della domanda che porta alla stagflazione. Tutto ciò andrebbe a mettere pressione ai margini aziendali con ovvi riflessi sulle quotazioni in Borsa. Il secondo riguarda un possibile tapering della Banca Centrale Europea per frenare la corsa dell'inflazione, evitando il surriscaldamento dell'economia.
Infine va considerato l'impatto politico che potrà esserci nel deterioramento dei rapporti tra Unione Europea e Gran Bretagna. Questo soprattutto in relazione al querelle sull'Irlanda del Nord, che rischia di degenerare nella cancellazione del protocollo d'intesa su Brexit, dando inizio a una guerra commerciale tra le parti.
Morgan Stanley: dove investire in Borsa
Graham Secker si dice pronto ad acquistare una volta che si è consumata la correzione dei titoli europei. Questi ultimi, insieme a quelli giapponesi, sono preferiti nella scelta di portafoglio rispetto alle azioni americane e dei mercati emergenti. In particolare lo strategist vede delle opportunità nelle azioni tedesche, danneggiate recentemente dal timore che il calo della crescita cinese possa frenare la domanda dei prodotti tedeschi da parte del principale acquirente del mondo.
Secker sottolinea come la valutazione della Germania rispetto agli altri Paesi dell'Eurozona sia scesa al minimo degli ultimi 30 anni, con il DAX che addirittura è sconfinato a livello di ipervenduto. A suo giudizio nei primi 3 mesi del 2022 l'ambiente intorno alla Cina inizierà a essere più positivo, di conseguenza Berlino ne trarrà beneficio dal punto di vista economico e finanziario. Ricordiamo che quest'anno il principale indice tedesco è cresciuto di circa il 18%, mentre ad esempio l'S&P 500 ha realizzato una performance intorno al 25%.