Le azioni Alibaba avanzano dello 0,31% Wall Street dopo il tonfo dell'11,12% di venerdì scorso. Il sell-off della scorsa settimana era stato innescato dalla notizia che la
Securities and Exchange Commission aveva inserito il gigante e-commerce tra le
compagnie cinesi a rischio di delisting dalla Borsa di New York se non avesse soddisfatto gli standard contabili imposti dalle Authority americane.
In una comunicazione di questa mattina alla Borsa di Hong Kong, Alibaba ha dichiarato che seguirà gli sviluppi del mercato e continuerà a rispettare le leggi e i regolamenti, cercando di mantenere la quotazione sia sulla Borsa di Hong Kong che sul NYSE. Questa dichiarazione è stata interpretata come una volontà da parte dell'azienda di adeguarsi alle direttive sull'audit che dividono Washington e Pechino da molto tempo e che rischiano di estromettere gran parte delle società cinesi dalla più importante Piazza finanziaria del mondo.
Si ricorda che l'Holding Foreign Companies Accountable Act, divenuto legge nel 2020, richiede alle società straniere quotate a New York una maggiore trasparenza nella disponibilità dei documenti contabili, con la pena di espulsione se le Autorità non saranno in grado di ispezionare i conti per tre anni consecutivi.
Alibaba: per analisti il peggio è alle spalle
Alibaba non ha fornito indicazioni su come potrebbe mantenere la sua quotazione a Wall Street, quindi la sensazione che si ha è che
la sua permanenza nella Borsa a stelle e strisce dipenderà da un accordo tra le Autorità cinesi e americane per consentire a queste ultime di accedere ai file di audit delle società cinesi. Durante la scorsa settimana il colosso guidato da Daniel Zhang ha riferito che avrebbe portato la sua quotazione secondaria a Hong Kong a una
doppia quotazione primaria, il che ha fatto sorgere il sospetto che
l'azienda si stesse preparando all'eventualità di abbandonare Wall Street.
Tutto questo comunque non ha fatto altro che aggiungere ulteriori pressioni a un titolo che negli ultimi due anni ha vissuto un vero calvario, stretto da una regolamentazione serrata dell'Antitrust cinese e ora dal pressing esercitato dalla SEC. Infatti, dal 2020 le azioni hanno bruciato circa tre quarti del loro valore, con un crollo del 50% nel 2021 e un'ulteriore discesa del 25% quest'anno.
Gli analisti, tuttavia, ritengono che il peggio sia ormai alle spalle e nei prossimi mesi torneranno gli acquisti per un nuovo rally del titolo. In realtà in questo 2022 più volte si sono avuti dei mini-rally che hanno fatto pensare a una risolutiva inversione di tendenza, salvo poi ricredersi non appena arrivava qualcosa che facesse ripiombare nuovamente l'azienda nel caos della regolamentazione.