C’è qualcuno che ha guadagnato milioni scommettendo al ribasso sull’indice israeliano alla vigilia degli attacchi di Hamas ad Israele dello scorso 7 ottobre. È quanto emerge da uno studio condotto da Robert Jackson, ex commissario della Securities and Exchange Commission, e da Joshua Mitts della Columbia University
La tempistica dell'assalto condotto da Hamas ha colto di sorpresa l'esercito e i servizi segreti israeliani e, da quanto riferito, anche alcuni dei leader politici di Hamas non ne sapevano nulla. Tuttavia, i due esperti hanno rilevato che probabilmente qualcuno conosceva il piano in anticipo e ci ha guadagnato puntando sul crollo del mercato azionario israeliano.
Hamas fa milioni con le Criptovalute, Israele blocca i conti
Attacchi di Hamas ad Israele: focus su un ETF quotato a New York
Analizzando i modelli di trading delle azioni israeliane nelle settimane che hanno preceduto l’attacco, Jackson e Mitts, nel report intitolato “Trading on terror?”, hanno rilevato anomalie che farebbero pensare ad operazioni di trading condotte sapendo già che il mercato azionario sarebbe crollato.
L’esempio più eclatante è rappresentato dall’impennata di vendite allo scoperto - di scommesse cioè su calo del prezzo di un asset - su un ETF (Exchange Traded Fund) quotato a New York, l’Ishares Msci Israel (ticker EIS), che traccia l’andamento del listino israeliano.
In media, nel mese di settembre, ogni giorno sono state vendute allo scoperto 1.581 quote/azioni di questo fondo, pari al 17% del volume totale giornaliero di scambi dell'ETF. Il 2 ottobre, cinque giorni prima degli attentati, i due studiosi hanno rilevato che le vendite sono balzate a 227.820 unità, pari al 99% del volume dell'EIS in quel giorno.
Quello che potrebbe sembrare un generale attacco di sfiducia del mercato nei confronti dell’azionario israeliano è invece da ricondurre a sole due transazioni: la vendita di 50.733 azioni poco prima delle 15.00 e un'altra di 174.869 azioni 35 minuti dopo. Chiunque abbia effettuato queste operazioni potrebbe aver realizzato un profitto di 1 milione di dollari in una settimana e un altro milione di dollari nelle tre settimane successive.
Ma l’Ishares Msci Israel non è stato l’unico strumento a registrare un andamento anomalo: nelle settimane precedenti gli attentati, il numero di opzioni put con scadenza 13 ottobre - quelle che puntano su un ribasso- con sottostanti azioni di aziende israeliane negoziate in America è aumentato di otto volte (tra cui troviamo Banca Leumi, +50% per lo short interest, Generation Cap, +58,8%, Sella Real Estate, +56,8%). Al contrario, il numero di opzioni a più lunga scadenza su tali azioni, il cui valore dipendeva da eventi successivi alla metà di ottobre, non ha fatto registrare variazioni di rilievo.
A meno che non si tratti di fortuna, chi ha realizzato questi trade era probabilmente collegato ad Hamas, o abbastanza vicino da conoscere i suoi segreti militari. Mitts ritiene che le operazioni individuate da lui e dal suo coautore siano "solo la punta dell'iceberg". La Israel Securities Authority ha aperto un’inchiesta.