Da circa un secolo, gli economisti e i trader dibattono sull'efficacia dell'analisi fondamentale rispetto a quella tecnica negli investimenti azionari e su quale sia meglio utilizzare tra le due. L'analisi fondamentale si basa appunto sui fondamentali di un'azienda, quindi va a valutare gli indicatori economici, finanziari e patrimoniali con lo scopo di individuare le azioni sottovalutate.
Per fare questo confronta il valore intrinseco di un titolo rispetto al suo prezzo di mercato, e se il primo è superiore vuole dire che l'azione potrebbe portare a guadagni nel momento in cui i due valori - quello intrinseco e quello di mercato - si dovessero allineare. Tutto ciò parte dal presupposto che prima o poi il mercato assorbe tutte le informazioni e dà la giusta considerazione al valore di un'azienda.
Il punto è riuscire a determinare il valore intrinseco e qui non tutti gli economisti e gli investitori sono d'accordo. La teoria più seguita è quella di attualizzare i redditi futuri di una società a un tasso di rendimento risk free. Il padre fondatore del value investing è il grande economista Benjamin Graham, che è stato mentore di Warren Buffett.
L'oracolo di Omaha tuttavia adotta un metodo differente per determinare il valore intrinseco, ossia considera l'
owner earning e non gli utili attesi. L'owner earning è il reddito netto sommato ai componenti non monetari come ammortamenti e svalutazioni, e decurtato dalle spese in conto capitale. Inoltre, Buffett tiene conto dell'owner earning come un punto di partenza e non di arrivo per calcolare il valore intrinseco. Poi subentrano altri elementi che hanno a che fare con il settore in cui opera l'azienda, la sua capacità di sviluppo, le abilità del management, ecc.
L'analisi tecnica è tutta incentrata sul prezzo di mercato, in quanto parte dal presupposto che esso riflette in gran parte gli umori degli investitori nei vari momenti. Quindi, seguendo la teoria dei castelli in aria sostenuta fortemente dall'economista John Maynard Keynes, l'analista tecnico guarda alla formazione dei grafici e studia come in passato un titolo si è comportato in circostanze simili per poter pianificare la sua operazioni di trading.
Analisi fondamentale: alcuni elementi che fanno riflettere
Gli analisti fondamentali normalmente costruiscono le loro strategie basandosi su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, proprio perché occorre un adeguato lasso di tempo affinché il valore effettivo di un'azienda sia prezzato nelle giuste modalità dal mercato. Secondo i critici di questo approccio, ci sono però tre difetti dell'analisi fondamentale che bisogna tener presente.
Il primo è che le informazioni di partenza e l'analisi potrebbero essere sbagliate. I fondamentalisti raccolgono una quantità importante di informazioni che rischiano di rivelarsi inutili. In sostanza, queste potrebbero già essere metabolizzate dal mercato. Qui entra in gioco la storica diatriba tra i teorici dei mercati efficienti e i teorici dei mercati inefficienti.
I primi sostengono che i prezzi incorporano tutte le informazioni di dominio pubblico e per questo i mercati sono efficienti; i secondi invece ritengono che in svariati momenti della vita dei mercati si crei una discrepanza tra ciò che si conosce e ciò che è riflesso nei prezzi, di conseguenza i mercati non sono efficienti. C'è anche un altro aspetto da valutare: ciò che gli investitori guadagnano attraverso le buone informazioni, lo perdono a causa di quelle cattive.
Il secondo difetto sta nel fatto che le stime sui redditi futuri degli analisti potrebbero non essere corrette. In pratica, gli esperti che si occupano di analisi fondamentale potrebbero avere problemi a tradurre informazioni affidabili in stime accurate di futuri guadagni.
In sostanza, anche quando le informazioni sono corrette, le previsioni sui profitti dell'azienda per un periodo futuro più o meno lungo rischiano di essere sbagliate in quanto subentrano diversi fattori che alterano il risultato sia a livello di settore che di singola azienda. Di conseguenza, riportare tutta una serie di valori futuri a un unico valore, quello intrinseco, è un esercizio che si presta a un margine di errore notevole.
Il terzo difetto sta nel fatto che il prezzo di mercato potrebbe non raggiungere il valore stimato attraverso l'analisi fondamentale. I motivi sono diversi, tra cui il fatto che il mercato stesso nel tempo cambia la valutazione del settore.
Ad esempio, se la società XYZ scambia in Borsa a 15 volte gli utili attesi e le concorrenti nel settore in media a 20 volte i guadagni, si potrebbe dedurre che l'azienda sia sottovalutata e quindi appetibile per un acquisto. Tuttavia, se tra qualche anno il multiplo del settore dovesse abbassarsi a 15, questo significherebbe che le azioni XYZ non erano effettivamente economiche.