Ieri il Tesoro britannico ha raccolto la cifra record di 14 miliardi di sterline dalla vendita di Gilt decennali: rendimenti più elevati hanno attirato ordini per oltre 141 miliardi di sterline.
Nello stesso giorno, i costi di finanziamento dei bond a 30 anni hanno raggiunto il livello massimo dal 1998 (5,722%). Anche i tassi sulle obbligazioni a dieci anni sono saliti, toccando i top da gennaio 2025 (4,835%). Segno che gli investitori sono molto preoccupati per l'assetto fiscale del Paese.
Il governo britannico è sotto pressione in vista del bilancio da presentare questo autunno. Negli ultimi anni questo appuntamento è stato seguito con apprensione dai mercati, che hanno mantenuto vivo il ricordo di quanto accadde nel 2022 quando l'esecutivo guidato da Liz Truss propose una manovra di espansione fiscale che affossò le quotazioni dei Gilt.
L'attuale primo ministro Keir Starmer ha ridisegnato la squadra economica al governo, dando l'impressione al mercato di aver indebolito la posizione della Cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves. In pratica, la mossa annunciata da Starmer a inizio settimana punta a creare una cellula operativa per l'economia che risponde direttamente al primo ministro, scavalcando il controllo esclusivo del Tesoro in tema di politica fiscale.
L'operazione ha innervosito gli investitori, che seguono da vicino le vicende legate al debito britannico, prossimo ormai alle soglie del 100% del PIL. Qualcuno teme il riproporsi di scenari cupi come quelli degli anni '70, allorché il Regno Unito fu costretto a chiedere sostegno al
Fondo Monetario Internazionale.
Titoli di Stato britannici: cosa aspettarsi?
I titoli di Stato britannici si muovono quindi in un territorio di incertezza e agitazione, facendo aumentare il pessimismo degli investitori. Secondo Franklin Templeton, i rendimenti delle obbligazioni a 30 anni supereranno la soglia del 6% entro la fine del 2025, in quanto gli operatori perderanno la fiducia in merito alle prospettive fiscali della nazione. "Le mosse di Starmer stanno facendo sì che le persone si chiedano chi sia effettivamente responsabile del lato fiscale", ha detto David Zahn, responsabile del reddito fisso europeo presso il gestore patrimoniale.
A suo avviso, il mercato dei Gilt è il "più vulnerabile a qualsiasi aumento di spesa, data la difficile situazione fiscale britannica". L'esperto, che ha venduto tutte le sue posizioni nei titoli di Stato UK a marzo, ha sottolineato che "la parte lunga della curva dovrebbe continuare a salire a causa di grandi deficit fiscali che devono essere finanziati".
David Roberts, capo del reddito fisso presso Nedgroup Investments, ritiene invece che "il momento di comprare è quando tutti vendono". A suo avviso, anche se i rendimenti dei Gilt sono ai massimi degli anni '90, si tratta di un'occasione. "Puoi permetterti una parte della perdita in conto capitale da un asset quando vieni pagato quasi il 6% all'anno per possederlo", ha detto.