Il BTP 2,15% con scadenza 1° marzo 2072 è il titolo di Stato italiano più longevo attualmente sul mercato. È stato collocato il 1° marzo 2021, con codice ISIN IT0005441883. Il bond paga una cedola fissa annua del 2,15%, suddivisa in due tranche semestrali dello 1,075% ciascuna, con pagamento il 1° marzo e il 1° settembre di ogni anno. Il rimborso avviene alla pari a scadenza.
BTP marzo 2072: quotazioni, rendimenti e volatilità
Il BTP 2072 è negoziato sui mercati regolamentati e OTC presso le principali controparti bancarie. Nell’ultimo anno il range di prezzo a 52 settimane è stato compreso tra circa 56,05 e 68,43 euro; nelle più recenti sedute il titolo ha scambiato nell’area di 56,5 euro.
La lunga durata residua e il livello della cedola rendono il bond molto sensibile alle variazioni dei tassi di interesse. Con quotazioni intorno a 56 euro, il rendimento effettivo a scadenza si colloca intorno al 4,38% lordo, pari a circa il 3,96% netto.
Perché “Matusalemme”: durata e sensibilità ai tassi
Il termine “Matusalemme” in finanza si usa per indicare i titoli con scadenze eccezionalmente lunghe, richiamando la longevità di alcuni personaggi biblici. Nel caso del BTP 2072, la vita residua è di quasi 50 anni, un orizzonte che amplifica la sensibilità del titolo alle oscillazioni dei tassi.
In pratica, variazioni anche modeste dei rendimenti possono produrre effetti molto rilevanti sui prezzi: un calo dei tassi di interesse genera forti rialzi, mentre un aumento anche contenuto può comportare flessioni significative.
Opportunità e rischi in portafoglio
Il BTP 2072 è uno strumento adatto a chi ha una visione di lungo termine e si attende una graduale riduzione dei tassi d’interesse in Eurozona nei prossimi anni. In questo scenario, l’elevata duration del titolo può tradursi in importanti plusvalenze. D’altro canto, il rischio principale è legato proprio all’andamento dei tassi: in un contesto di politica monetaria restrittiva o di inflazione persistente, il prezzo del bond potrebbe subire nuove pressioni.
Esiste inoltre un rischio inflazione per l’investitore, dato che la cedola nominale del BTP 2072 (2,15%) può perdere potere d’acquisto reale su un arco temporale così esteso. Infine, pur trattandosi di debito sovrano italiano, e quindi di un emittente considerato affidabile, il rischio emittente non può mai dirsi nullo su orizzonti di questa durata.