La curva dei rendimenti dei titoli di Stato USA è diventata più ripida. Il divario tra i tassi dei Treasury a 30 anni e quelli a 5 anni ha superato i 100 punti base, una cifra più che doppia rispetto a dove si trovava prima che
Donald Trump venisse eletto presidente degli Stati Uniti. Ad ampliare ulteriormente lo spread è stata la notizia che il capo della Casa Bianca ha scelto
Stephen Miran per coprire il ruolo di presidente del Council of Economic Advisers presso la
Federal Reserve in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler.
Miran è di visioni accomodanti in merito alla politica monetaria della Banca centrale, risultando perfettamente in linea con il pensiero di Trump. Negli ultimi tempi, inoltre, si sono rincorse le voci di un possibile approdo a presidente della Fed della "colomba" Christopher Waller a maggio 2026, quando scadrà il mandato di Jerome Powell.
Un istituto monetario votato all'accomodamento attraverso tagli dei tassi più bassi potrebbe alimentare aspettative inflazionistiche, con successivi aumenti del costo del denaro in futuro. Pertanto, la curva diventa più ripida. "Miran ha sempre sostenuto che le politiche commerciali, di immigrazione e di deregolamentazione dell'amministrazione Trump sono tutte disinflazionistiche", hanno scritto gli analisti di JP Morgan Chase in una nota. "Nella misura in cui ciò supporta una politica della Fed più accomodante, supporta l'irripidimento della curva".
Titoli di Stato USA: rendimenti in salita nel lungo termine?
La nomina di Miran ha rafforzato le attese che il percorso di taglio dei tassi da parte della Fed sarà accelerato. L'economista di JP Morgan Michael Feroli è convinto che ora l'autorità centrale abbasserà il costo del denaro di un quarto di punto nella riunione di settembre e farà altre tre sforbiciate negli altrettanti meeting futuri.
"Per Powell, le considerazioni sulla gestione del rischio alla prossima riunione potrebbero andare oltre il bilanciamento dei rischi di occupazione e inflazione", ha scritto. Quanto a Miran, l'analista ha detto che "nella remota possibilità in cui sia presente al prossimo incontro della Fed, ciò potrebbe implicare tre dissensi (a un mantenimento di tassi alti, n.d.r.)". Occorre precisare che la scelta di Trump dovrà essere approvata dal Senato prima che il nuovo funzionario della Banca centrale entri in carica.
Anche i mercati monetari scommettono su un taglio il prossimo mese, specialmente dopo gli ultimi dati sull'occupazione americana che hanno mostrato segnali di debolezza del mercato del lavoro. Gli swap sui tassi di interesse scontano un taglio a settembre con una probabilità del 95%, ben sopra il livello di prima della lettura delle buste paga di luglio.
Tutto questo induce a pensare che lo spread tra rendimenti dei titoli di Stato USA a lungo termine e rendimenti per scadenze a breve termine si amplierà? Frederik Romedahl, chief strategist di Danske Bank, non è convinto. A suo avviso, sebbene la nomina di Miran "aggiunga un po' di incertezza, non sarà un punto di svolta per la curva dei rendimenti". Ciò in quanto "fattori come il deficit, la strategia di emissione di obbligazioni e le prospettive a breve termine della Fed saranno molto più importanti".