I rendimenti delle obbligazioni globali non sono mai stati così alti negli ultimi sedici anni. Secondo l'indicatore Bloomberg dei titoli di Stato a lungo termine, il costo del finanziamento è salito sui top dal 2009, quando gli echi della grande crisi globale non si erano ancora spenti.
La motivazione è da ricondurre alle aspettative sui tassi di interesse da parte delle Banche centrali, che hanno terminato il ciclo dei tagli o si apprestano a farlo. Dopo le numerose sforbiciate degli ultimi anni, la Banca Centrale Europea non dovrebbe toccare il costo del denaro per un po’ di tempo; la Bank of Japan quasi certamente attuerà una stretta questo mese; mentre la Reserve Bank of Australia potrebbe aumentare i tassi due volte il prossimo anno, di un quarto di punto ciascuna.
Nemmeno la Federal Reserve potrebbe essere così accomodante come si pensa. Stasera dovrebbe arrivare l’annuncio di una riduzione dello 0,25%, ma le prospettive per il 2026 restano incerte. L’inflazione negli Stati Uniti rappresenta ancora una minaccia e questo, sebbene il prossimo presidente che a maggio prenderà il posto di Jerome Powell - presumibilmente il direttore del Consiglio Economico Nazionale della Casa Bianca, Kevin Hassett - sia un trumpiano convinto e favorevole a una politica monetaria accomodante, potrebbe comunque costituire un freno alle scelte del nuovo arrivato.
"Gli investitori affrontano cicli di tagli dei tassi delle Banche centrali che potrebbero finire presto", ha scritto Robert Tipp, Chief investment strategist e responsabile delle obbligazioni globali presso PGIM Fixed Income. "Anche i tassi a lungo termine negli Stati Uniti affrontano condizioni difficili, con la possibile fine del ciclo di allentamento della Fed".
Gordon Shannon, gestore di portafoglio di TwentyFour Asset Management, ha osservato che negli ultimi giorni si è visto un dollaro più debole, una curva dei rendimenti più ripida e asset a rischio in rialzo, perché il mercato sta scontando un allentamento della politica monetaria da parte del futuro presidente della Fed. "Tuttavia, i mercati sono titubanti su quanto spingere la questione", ha aggiunto, perché "anche una Fed guidata da Hassett potrebbe essere limitata dalla persistenza dell’inflazione".
Obbligazioni globali: rendimenti più alti? Ecco cosa comporta
I rendimenti più alti delle obbligazioni globali possono rappresentare un rischio rilevante per i Paesi, che devono affrontare un deficit crescente. Le mosse fiscali di alcune nazioni potrebbero mettere sotto pressione il proprio bilancio.
La prossima settimana in Germania il Parlamento approverà una spesa record di 52 miliardi di euro per la difesa che si inserisce in un piano gigantesco da 1.000 miliardi di euro che il governo ha previsto quest’anno per investire non solo nelle armi, ma anche nelle infrastrutture. In Giappone deve ancora essere del tutto assorbito il più grande aumento di spesa dai tempi delle restrizioni pandemiche.
Tutto questo farà inevitabilmente lievitare il debito pubblico e tassi più alti rischiano di aggravare la situazione con oneri finanziari maggiori. Le preoccupazioni riguardano la possibilità che i mercati obbligazionari possano reagire in maniera violenta se la situazione dovesse inasprirsi oltre certi limiti.
"Questa mossa dei rendimenti riguarda l’anticipazione di una crescita più forte, perché il mondo probabilmente sarà fiscalmente più espansivo il prossimo anno", ha dichiarato Amy Xie Patrick, responsabile delle strategie di reddito presso il gestore di fondi Pendal Group Ltd.