Il 2025 è stato finora un anno positivo per le obbligazioni europee, in particolare per quelle del settore bancario. Gli istituti di credito del Vecchio Continente hanno attirato l'attenzione del mercato grazie al risiko che ha coinvolto alcuni giganti del settore come
UniCredit, Commerzbank, BBVA e Banco de Sabadell.
Inoltre, il piano gigantesco da 800 miliardi dell'Unione europea di investire nella difesa e soprattutto quello della Germania da 1.000 miliardi che include anche la spesa per le infrastrutture hanno generato le aspettative che il mondo bancario trarrà grandi vantaggi da un volume accelerato dei finanziamenti. A ciò si è aggiunta la serie di tagli ai tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea che, se da un lato riduce la redditività netta da interessi, dall'altro alimenta il volume di altre unità di business come l'investiment banking e il trading.
In tale contesto sono migliorati i rating creditizi delle banche della regione. Gli upgrade di quest'anno hanno superato i declassamenti con il margine più grande in circa un decennio sia per S&P Global che per Fitch Ratings. L'unico neo per le obbligazioni europee è stato rappresentato dalla Francia. La crisi politica nel Paese - con il quinto primo ministro caduto in cinque anni - ha inasprito il sentiment degli investitori, i quali si sono messi in fuga dagli asset della seconda economia dell'area. Giocoforza, i titoli a reddito fisso delle banche francesi sono rimasti indietro rispetto a quelli degli istituti di altri Paesi, con i rendimenti che inevitabilmente si sono impennati.
Obbligazioni europee: Goldman Sachs taglia il rating delle banche
Gli analisti di Goldman Sachs non sono convinti che il momento positivo del settore bancario sia destinato a perdurare e hanno tagliato la loro raccomandazione sulle obbligazioni high grade delle banche a "underweight" dopo meno di tre mesi in cui le avevano portate da "overweight" a "neutral".
Secondo il team guidato da Lotfi Karoui, "le obbligazioni bancarie sono ora scambiate a spread ancora più stretti rispetto al resto del mercato, il che lascia valore limitato nel mantenere un'allocazione neutrale sul settore". In pratica, "il premio di spread delle banche è decisamente un ricordo del passato", hanno scritto gli analisti.
A loro avviso, sono principalmente due le preoccupazioni che motivano il downgrade: le valutazioni ridotte e il rischio sovrano. In questo secondo caso, con riferimento chiaro alla Francia, le obbligazioni bancarie subiscono il danno maggiore rispetto a quelle di altri settori. "Rimaniamo cauti sugli emittenti francesi, data la fluidità del contesto politico e le difficili prospettive fiscali nella nazione", hanno scritto.