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Bond Vigilantes: chi sono e perché sono importanti

29 gen 2025 - 15:45

I Bond Vigilantes hanno sempre svolto una funzione importante nel mercato dei titoli di Stato. Vediamo chi sono e quale è stato il loro ruolo in alcuni momenti cruciali

La risalita furiosa dei rendimenti dei titoli di Stato americani e britannici ha fatto riemergere il ruolo dei Bond Vigilantes, figure che da diverso tempo non facevano sentire la loro presenza. In questo inizio di nuovo anno, il rendimento dei Treasury USA a 10 anni è arrivato fino al 4,82%, livello che non vedeva da novembre 2023, mentre non sono in pochi a scommettere che entro la fine dell'anno toccherà la soglia psicologica del 5%. Nel Regno Unito, la situazione è per certi versi ancora più problematica, con i Gilt che questa settimana hanno lambito i 500 punti base di rendimento, come non accadeva dal 2008.
 
In tutto ciò, i Bond Vigilantes stanno svolgendo un ruolo importante. Ma chi sono questi soggetti? E come possono influire sui rendimenti obbligazionari? Rispondiamo a queste domande descrivendo la loro attività, perché sono importanti e quanto la loro presenza sia stata decisiva per i Paesi in passato.
 
 

Bond Vigilantes: chi sono e la loro funzione

I Bond Vigilantes sono investitori nel debito obbligazionario dei governi considerati dissoluti, a cui cercano di dettare una disciplina fiscale attraverso l'arma dei costi di finanziamento. In sostanza, questi operatori di mercato chiedono maggiori compensi per prestare denaro se ritengono che la politica fiscale e monetaria non faccia abbastanza per contenere il debito e l'inflazione.
 
Il termine Bond Vigilantes è stato coniato negli anni '80 dall'economista Ed Yardeni, per indicare coloro che "vigilano" sul debito di un Paese. Ciò è avvenuto in un periodo storico in cui il costo della vita era molto elevato e i governi mostravano una scarsa attitudine a controllare la spesa pubblica.
 
L'azione di questi operatori ha un impatto profondo nell'economia di una nazione perché, facendo salire i rendimenti, automaticamente rendono più oneroso per le famiglie e le imprese prendere a prestito, con la conseguenza che si profila il rischio di una recessione. A quel punto, i governi sono costretti a utilizzare misure di disciplina fiscale per trasmettere maggiore fiducia e abbassare i rendimenti.
 
 

Bond Vigilantes: quale ruolo hanno avuto in passato

I Bond Vigilantes sono stati grandi protagonisti in passato nei momenti più agitati dei mercati finanziari, specialmente in concomitanza con le grandi crisi. Solitamente hanno come antagoniste le Banche centrali, che intervengono sostenendo la domanda dei titoli di Stato e tenendo bassi i rendimenti.
 
Dopo il periodo intenso degli anni '80, questi operatori di mercato non hanno trovato molto terreno fertile negli anni '90, in particolare allorché l'allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton aveva introdotto come priorità il pareggio di bilancio per contrastare le preoccupazioni sulla spesa pubblica. Nel nuovo millennio, però, i Bond Vigilantes sono tornati a farsi vivi.
 
Un esempio emblematico è stato durante la crisi del debito sovrano nel 2011, quando a finire sotto attacco furono i Paesi dell'Europa mediterranea rappresentati simbolicamente dall'acronimo PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna).
 
Destò scalpore l'aggressione sferrata all'Italia per via dell'elevato debito pubblico e di una certa riluttanza del governo ad adeguarsi all'austerità fiscale voluta dall'Unione europea. All'epoca i Bond Vigilantes fecero arrivare il rendimento dei BTP a 10 anni alle soglie del 7%, costringendo l'allora primo ministro Silvio Berlusconi a rassegnare le dimissioni. Tutto è rientrato quando il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, stupì il mondo con il famoso "whatever it takes" che annunciava la protezione dell'euro e creava le premesse per un mastodontico quantitative easing.
 
Un altro caso eclatante fu quello dell'autunno del 2022, quando a finire sotto la clava dei Bond Vigilantes furono i Gilt britannici. Gli investitori scatenarono le vendite dei titoli di Stato dopo che il governo presieduto da Liz Truss presentò una manovra fiscale volta a tagliare le tasse e ad allargare il deficit di bilancio.
 
Il sell-off furibondo che avvenne nei mercati obbligazionari provocò una risalita rapida dei rendimenti come non si vedeva da anni, al punto che il primo ministro lasciò spontaneamente la carica a Downing Street dopo appena 44 giorni dalla sua nomina. Il suo successore Rishi Sunak adottò un approccio più orientato al rigore fiscale e a calmare i mercati, così i Bond Vigilantes si ritirarono gradualmente.
 
 

Cosa sta succedendo oggi?

Come riportato a inizio testo, USA e Gran Bretagna sono i Paesi più nel mirino dei Bond Vigilantes in questo momento. Gli Stati Uniti pagano la promessa di una politica fiscale largamente espansiva del neo presidente Donald Trump. In campagna elettorale, il tycoon ha annunciato il taglio delle tasse alle società e l'estensione dei benefici fiscali ai privati introdotti nel 2017 durante il suo primo mandato e in scadenza quest'anno.
 
Il timore è che tutto ciò porti a un ampliamento del deficit americano, che attualmente è al 6,4% del PIL. Con il lavoro dei Bond Vigilantes, i rendimenti si stanno avvicinando alla soglia critica del 5%. Qual è l'obiettivo? Secondo alcuni esperti, è quello di indurre Trump a un approccio più sobrio, che tenga conto degli equilibri di bilancio.
 
Stesso discorso vale per il Regno Unito, sebbene l'ultima manovra di bilancio presentata a ottobre scorso dal Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves non sia paragonabile a quella attuata dal governo Truss di due anni prima. Gli investitori però sono preoccupati del debito del Paese, che per la prima volta nella sua storia ha raggiunto il 100% del PIL. In tale contesto, i Bond Vigilantes stanno soffiando sul fuoco.
 
 
 
 

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