L’esito del meeting della Federal Reserve non è stato esattamente in linea con quanto stimato dagli operatori, che al termine della due giorni di riunioni si trovano a fronteggiare un outlook decisamente più “hawkish”. Oltre alla conferma, stra-scontata, dei tassi di riferimento, l’istituto con sede a Washington ha da un lato rimarcato di essere vicino al famigerato “picco” (il numero di membri che prevedono un ulteriore rialzo dei tassi nel 2023 ha registrato una contrazione) ma dall’altro ha ridotto con decisione i tagli dei tassi previsti per il 2024 (nel caso in cui non ci dovessero essere altre strette nel 2023, l’anno prossimo il tasso sui Fed Funds potrebbe anche non essere toccato). Volendo sintetizzare l’esito del meeting con uno slogan possiamo utilizzare l’ormai famigerato “Higher for Longer”.
Indicazioni non troppo differenti sono arrivate dalla riunione della BCE: se il comunicato con cui l’istituto ha annunciato una nuova stretta da 25 punti base aveva fatto (giustamente) pensare al raggiungimento di un picco, Christine Lagarde prima, ed altri esponenti poi, hanno precisato che l’andamento dei prezzi non consente di sposare questa view.
I rendimenti obbligazionari rappresentano un’estensione delle politiche monetarie adottate dalle Banche centrali (sono la media geometrica dei tassi futuri attesi per la durata dell'obbligazione più un premio di rischio). Con i tassi sulle due sponde dell’Atlantico che sono destinati a restare elevati per un periodo di tempo più esteso del previsto, abbiamo recentemente assistito ad un “irripidimento” della curva dei tassi (una condizione che in genere è difficile osservare nei cicli di inasprimento).
Questo ci porta a concludere che, in un’ottica di asset allocation, il mercato dei bond è destinato a confermarsi particolarmente interessante.
Investire in obbligazioni Barclays con rendimenti fino al 7%
Barclays, di cui recentemente S&P Global Ratings ha elogiato la resilienza e le performance, ha messo sul mercato due obbligazioni a tasso fisso equipaggiate con la caratteristica “callable”, quella che le rende richiamabili in anticipo dall’emittente del titolo.
Si tratta di due bond che a fronte di caratteristiche simili, come il tasso fisso e la scadenza a 15 anni, differiscono per alcuni aspetti:
- l’interesse annuo, che in un caso è fissato al 7% (XS2593767697) e nell’altro al 6,5% (XS2593770485);
- la “callability”, che per quanto riguarda il primo bond è annuale e nell’altro scatta a partire dal quinto anno.
Quindi la nuova offerta di Barclays permette all’investitore di scegliere tra un rendimento del 7% associato al possibile richiamo dopo un anno (ed ogni anno) ed uno del 6,5% che prevede che l’opzione “callable” sia esercitata a partire dal quinto anno (ed ogni anno successivo).
In entrambi i casi si tratta di rendimenti decisamente interessanti ma con il primo è possibile “congelare” un 7% a fronte del rischio che l’obbligazione venga richiamata sin dal primo anno, mentre con il secondo, a fronte di uno “yield” leggermente minore, è possibile ottenere un periodo di “confort” di cinque anni prima dell’attivazione della clausola “callable” (nulla toglie che il richiamo anticipato potrebbe anche rappresentare un elemento positivo per il singolo investitore).
Inoltre, un altro vantaggio di queste obbligazioni è rappresentato dall’emittente, che essendo britannico, è in grado di garantire diversificazione in quei portafogli poco esposti alla Terra d’Albione.
Un esempio
Ma vediamo nella pratica il funzionamento di questi bond. Abbiamo scelto il prodotto con codice ISIN XS2593770485. Con una scadenza a 15 anni, questo bond presenta un interesse annuo del 6,5%.
A partire dal quinto anno, questo prodotto ogni anno potrà essere richiamato dall’emittente. Di conseguenza, a livello di payoff, è possibile che si verifichino le seguenti opzioni:
- se il prodotto viene richiamato dopo 5 anni paga il 132,5%;
- se viene richiamato dopo 6 anni paga il 132,5% più il 6,5%, quindi il 139% ;
- se viene richiamato dopo 7 anni paga il 145,5%;
- se viene richiamato dopo 8 anni paga il 152%;
- se viene richiamato dopo 9 anni paga il 158,5%;
- se viene richiamato dopo 10 anni paga il 165%;
- se viene richiamato dopo 11 anni paga il 171,5%;
- se viene richiamato dopo 12 anni paga il 178%;
- se viene richiamato dopo 13 anni paga il 184,5%;
- se viene richiamato dopo 14 anni paga il 191,5%.
- se non viene richiamato fino alla scadenza paga il 197,50%
L’emittente
Fondata nel 1690 a Londra, Barclays è una delle banche più antiche e grandi del Regno Unito, con oltre 1.700 filiali e 150.000 dipendenti in tutto il mondo ed una capitalizzazione di mercato di circa 30 miliardi di dollari. Nonostante un contesto sfidante, ha detto il Ceo C. S. Venkatakrishnan, “i risultati del secondo quarto hanno evidenziato resilienza”. La banca è impegnata in un processo di riduzione dei costi che ha permesso al CIR (Cost to Income Ratio, il rapporto tra i costi operativi e il reddito operativo) di attestarsi nel Q2 al 63%, e questo “ci mette sulla buona strada -ha proseguito il manager - per il nostro obiettivo del 60% per quest’anno”.