La catena di approvvigionamento di terre rare e altri minerali critici è a rischio. Ad evidenziarlo è
Goldman Sachs, che ha sottolineato il dominio della Cina nell'estrazione e raffinazione delle materie prime. Pechino ha attuato un ampliamento delle strette all'export il 9 ottobre, scatenando la furia del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump che ha minacciato dazi del 100% sulle importazioni dalla seconda superpotenza economica mondiale. Il vertice tra il tycoon e il leader cinese Xi Jinping previsto per la fine del mese dovrebbe affrontare anche questo tema.
Goldman Sachs ha scritto in una nota che la Cina controlla quasi il 70% dell'estrazione globale di terre rare, il 92% della raffinazione e il 98% della produzione di magneti. Una situazione che la pone come punto di riferimento mondiale in grado di determinare l'economia di molti Paesi. Le terre rare infatti sono indispensabili per tutta l'industria tecnologica, che abbraccia i semiconduttori, le batterie, le attrezzature per la difesa e l'intelligenza artificiale.
Se ci fosse un'interruzione del 10% delle terre rare, la produzione economica mondiale subirebbe un danno di 150 miliardi di dollari, ha avvertito la banca statunitense. A ciò si aggiungerebbe l'aumento dell'inflazione a causa della scarsità dell'offerta. Tra i minerali particolarmente vulnerabili alle restrizioni cinesi, Goldman Sachs ha individuato il samario, la grafite, il lutezio e il terbio.
Terre Rare: come si stanno attrezzando gli altri Paesi?
I Paesi più sviluppati stanno cercando di attrezzarsi per costruire catene di approvvigionamento che consentono loro di smarcarsi dalla dipendenza cinese. Tuttavia, secondo l'istituto finanziario americano, ci sono alcuni problemi di natura geologica e ambientale che contrastano con gli obiettivi prefissati. Tra l'altro, gli elementi pesanti delle terre rare sono molto scarsi fuori dal territorio cinese e le miniere sono di piccole dimensioni, qualitativamente al di sotto degli standard di Pechino e potenzialmente radioattivi.
Sviluppare nuove miniere potrebbe essere la soluzione più indicata, ma ciò richiede una tempistica di 10 anni, osserva Goldman Sachs. Un'altra sfida consiste nelle competenze e nelle infrastrutture adeguate. "Le nuove costruzioni di infrastrutture necessitano in genere 5 anni", si legge nel report della banca.
Terre rare: ecco quali azioni comprare
Il rischio di interruzioni di terre rare crea delle opportunità per gli investitori. A tal riguardo, Goldman Sachs suggerisce di acquistare alcune azioni legate ai minerali, come ad esempio Iluka Resources, Lynas Rare Earth e MP Materials Corp.
Iluka Resources è una società australiana fondata nel 1998 e specializzata nell'esplorazione di sabbie minerali, nello sviluppo di progetti, nella gestione e nella commercializzazione. Lynas Rare Earths è anch'essa una società mineraria australiana di terre rare focalizzata su due attività: un impianto di estrazione e concentrazione a Mount Weld nell'Australia occidentale e lo stabilimento Lynas Advanced Materials a Kuantan, in Malesia. Quanto a MP Materials Corp., si tratta di un'azienda americana che produce terre rare attraverso la miniera di Mountain Pass, l'unico impianto di lavorazione riguardo questi minerali in funzione negli Stati Uniti.