Dal presidente degli Stati Uniti
Donald Trump è arrivata la conferma che tutti si aspettavano e temevano:
il rame importato dagli Usa subirà un dazio del 50%. L'inquilino della Casa Bianca ha aggiunto anche la data del 1° agosto come momento in cui entrerà in vigore il provvedimento. "Questa tariffa del 50% invertirà il comportamento sconsiderato e la stupidità dell'amministrazione Biden", ha detto Trump. "L'America, ancora una volta, costruirà un'industria del rame dominante".
Tuttavia, la misura preoccupa i produttori americani, visto il grande utilizzo a livello industriale del metallo. Il rame, infatti, è considerato una proxy dell'andamento dell'intero sistema economico perché adoperato in svariati settori: dalle automobili agli elettrodomestici, all'energia e ai chip (non a caso il metallo rosso è chiamato anche Dr. Copper per la sua capacità di diagnosticare lo stato di salute di un sistema economico).
L'applicazione di dazi rischia quindi di far aumentare i costi per le aziende e, di conseguenza, di contrarre la produzione. L'intento di Trump è quello di
spostare l'estrazione e il commercio del metallo negli Stati Uniti ma, secondo gli esperti, potrebbe volerci non meno di un decennio affinché vengano costruite le miniere e il Paese diventi indipendente al 100%. Oggi gli Usa importano gran parte del rame dall'estero, soprattutto da Paesi come il Cile che, secondo i dati dell'
U.S. Geological Survey, detiene circa il 30% della produzione globale.
"Il rame è necessario per semiconduttori, aerei, navi, munizioni, data center, batterie agli ioni di litio, sistemi radar, sistemi di difesa missilistica e persino armi ipersoniche, di cui ne stiamo costruendo molte. Il rame è il secondo materiale più utilizzato dal Dipartimento della Difesa", ha detto Trump.
Rame: cosa aspettarsi ora dai prezzi?
Non ancora sono stati resi noti i dettagli riguardo al modo in cui la tariffa sarà applicata, ovvero quali prodotti saranno coperti e se verranno attuate esenzioni ai fornitori. Il fatto che questa settimana i prezzi del rame si siano impennati alla Borsa di New York raggiungendo livelli record e non abbiano fatto lo stesso a quella di Londra lascia pensare che i trader non sono convinti che i prelievi saranno imposti in maniera universale.
Ciò non toglie che già da febbraio i commercianti si sono affrettati a effettuare spedizioni record negli Stati Uniti proprio per timore di misure tariffarie in arrivo, come poi è stato. È molto probabile che i carichi saranno intensificati prima della deadline del 1° agosto, magari spostando le consegne alle Hawaii e a Porto Rico per ridurre i tempi di spedizione.
"Una volta esauriti gli espedienti logistici, ci aspettiamo che l'arbitraggio degli acquisti rallenti e metta sotto pressione i prezzi dell'LME", ha dichiarato Lachlan Shaw, co-responsabile della ricerca mineraria di UBS Group AG. "Lo spread tra Comex e LME dipenderà dai livelli tariffari finali, nonché dalla copertura del prodotto e dalla misura in cui la domanda statunitense di rame è influenzata dai prezzi inclusivi delle tariffe".