Dopo aver subito il
più forte calo settimanale dal 2021 (oltre il 4%), il
prezzo dell'oro avanza sui mercati delle materie prime in questo inizio settimana portandosi a 2.600 dollari l'oncia. Gli investitori stanno metabolizzando la prospettiva che i tassi di interesse negli Stati Uniti saranno tagliati anche a dicembre, nonostante il rischio di un ritorno dell'inflazione con
Donald Trump alla Casa Bianca.
Diversi funzionari della Federal Reserve hanno segnalato un'apertura a un ulteriore allentamento, mentre circa la metà dei trader del mercato degli swap scommette su una sforbiciata da un quarto di punto nella prossima riunione. Rendimenti più bassi fanno il gioco dell'oro, in quanto l'asset non è redditizio e la sua detenzione riduce il costo opportunità nei confronti di attività che garantiscono interessi e dividendi.
Oro: Goldman Sachs vede i prezzi a 3.000 dollari
Il metallo giallo ha subito uno scivolone questo mese, perdendo oltre 7 punti percentuali dal massimo storico di 2.801,80 dollari del 30 ottobre. Le vendite si sono intensificate dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 5 novembre di Trump. Ora gli analisti di Goldman Sachs vedono il metallo giallo risalire la china e portarsi verso nuovi record nel 2025.
Il prezzo dell'oro "arriverà a 3.000 dollari l'oncia" con "l'aumento della domanda delle Banche centrali e dei flussi verso gli ETF grazie ai tagli della Federal Reserve", hanno scritto gli esperti della banca americana. Goldman Sachs ritiene inoltre che con l'amministrazione Trump, il metallo prezioso potrebbe addirittura intensificare il suo aumento di valore, in quanto "un'escalation senza precedenti delle tensioni commerciali potrebbe rilanciare il posizionamento speculativo sull'oro".
A questo si aggiungono le "crescenti preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale degli Stati Uniti", il che stimola "le Banche centrali, in particolare quelle che detengono grandi riserve di titoli di Stato USA, ad acquistare più lingotti". Da tempo si parla del fatto che la politica di taglio alle tasse sulle società da parte di Trump, senza un corrispondente piano di riduzione della spesa pubblica, rischia di inasprire le finanze dello Stato. Questo si tradurrebbe in un'offerta maggiore di buoni del Tesoro, con la conseguente discesa dei prezzi.
Su posizioni rialziste è anche Charu Chanana, strategist di Saxo Capital Markets Pte, secondo cui "i fattori fondamentali favorevoli all'oro non sono mai scomparsi". L'esperto osserva che il rally recente del dollaro USA si è fermato e questo è un elemento che potrebbe sostenere il prezzo dell'oro.
L'oro è quotato in dollari e un indebolimento della valuta comporta un prezzo inferiore, per l'effetto cambio, da parte degli acquirenti non americani, e quindi un incremento della domanda. Inoltre, Chanana, ritiene che "gli sviluppi geopolitici potrebbero guidare la domanda di beni rifugi come l'oro". Al riguardo, lo strategist sottolinea come la Corea del Nord stia valutando di schierare fino a 100 mila soldati in appoggio alla Russia di Vladimir Putin nella guerra contro l'Ucraina.