Nelle ultime settimane l'oro ha perso parecchio terreno nel mercato delle materie prime, rallentando il suo straordinario rally pluriennale. In contesto caratterizzato dal progressivo allentamento delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi del mondo, dal massimo storico di 3.510 dollari l'oncia raggiunto il 22 aprile, il metallo giallo è arretrato di circa 10 punti percentuali. L'oro ha costruito le sue performance quest'anno grazie alla sua tradizionale funzione di bene rifugio in scia delle preoccupazioni che l'economia mondiale potesse finire in recessione. Preoccupazioni innescate dalla guerra commerciale generata dai dazi statunitensi.
Nell'ultimo mese, però, il presidente americano
Donald Trump dapprima ha deciso di congelare le tariffe verso tutti i partner commerciali esclusa la Cina per 90 giorni, e in seguito ha fatto lo stesso con la seconda superpotenza economica mondiale. Di conseguenza,
è venuto meno il ruolo dell'oro come porto sicuro, in quanto negli investitori è aumentata la propensione al rischio.
Questa settimana a deprimere le quotazioni dell'oro hanno contribuito i dati sull'inflazione americana più freddi del previsto. Dalle letture si evince che il costo della vita negli Stati Uniti non sta ripartendo come temuto e quindi la Federal Reserve potrebbe avere la strada più libera per abbassare i tassi di interesse. È vero che tassi più bassi riducono il costo opportunità di detenere un'attività non redditizia come l'oro, ma in questo caso gli investitori sarebbero maggiormente propensi ad acquistare asset più rischiosi come le azioni, in caccia di rendimenti più allettanti.
Oro: bisogna dire addio a un nuovo massimo?
Dopo questo forte ritracciamento delle quotazioni molti si chiedono se ormai sia stato raggiunto il picco e i prezzi non rivedranno più le vette di aprile. Secondo un sondaggio condotto da Bank of America sui gestori patrimoniali, quasi il 50% degli intervistati ritiene che l'oro sia sopravvalutato in questo momento. A parte il fatto che si tratta della percentuale più alta di sempre, l'aspetto più interessante è che le ultime due volte che si è considerato il metallo giallo sopravvalutato, ovvero nel 2020 e nel 2011, le previsioni sono state corrette.
Quindi bisogna aspettarsi prezzi in discesa da ora in avanti? Secondo Hamad Hussain, economista di Capital Economics, l'oro potrebbe essere limitato per un po'. L'esperto osserva come gli ultimi due grandi rally (1976-1982, 2008-2012) siano durati tre o quattro anni; quindi, secondo questo standard, l'attuale rally potrebbe essere giunto al capolinea. Tra l'altro, Hussain si aspetta un rimbalzo del dollaro Usa, il che fa diminuire la domanda di oro degli investitori non americani impattando sul suo prezzo.
Inoltre, ci sono da considerare gli afflussi di ETF sull'oro. Finora i principali acquirenti sono stati gli istituzionali asiatici e le Banche centrali. Tuttavia, i compratori di ETF sono per lo più soggetti finanziari occidentali, molto sensibili ad alcuni fattori come la forza del dollaro e i tassi di interesse americani. "Se gli acquirenti finanziari sono in prima fila, questi fattori si affermeranno di nuovo, potenzialmente a scapito dell'oro", ha sottolineato Hussain.