L'oro staziona intorno ai 1.900 dollari l'oncia dopo essere arrivato fino a 1.918 dollari, a seguito dell'atto firmato dal Presidente della Russia Vladmir Putin con il quale riconosce le autoproclamate Repubbliche separatiste nel Donbass. A quel livello il metallo giallo ha incontrato un solido strato di resistenza, che probabilmente ha bisogno di ulteriori spunti per essere violato.
La domanda della materia prima si mantiene comunque molto forte, con gli investitori preoccupati per come si stanno mettendo le cose sul fronte della crisi tra Russia e Ucraina. Il dispiegamento di forze militari al confine e l'ingresso nelle Regioni di Donetsk e Luhank, potrebbero essere l'anticamera per un attacco su larga scala. Questo è stato in buona parte scontato dagli operatori di mercato che si sono precipitati a comprare oro nella veste di bene rifugio, portandolo al valore più alto degli ultimi 8 mesi.
Finora non è stato un freno agli acquisti di metallo prezioso l'aspettativa che la Federal Reserve avrebbe aumentato i tassi d'interesse di 5-7 volte quest'anno. In genere tassi più alti sul mercato significano un incremento del costo opportunità di detenere un asset non redditizio e che non distribuisce dividendi.
Tuttavia, secondo alcuni ha giocato un ruolo fondamentale l'inflazione, in quanto da un lato fa scendere i rendimenti reali rendendo poco conveniente puntare sul reddito fisso, dall'altro trova una copertura proprio sull'oro che, a differenza di altre attività finanziarie, non perde il suo valore intrinseco.
Oro: nuovo rally con le sanzioni in arrivo?
Uno dei driver che potranno guidare le quotazioni dell'oro probabilmente sarà rappresentato dal pacchetto di sanzioni che verranno comminate alla Russia dalle forze occidentali. Gli Stati Uniti già hanno annunciato che nelle 2 Regioni separatiste sarà fatto divieto di effettuare finanziamenti e investimenti di matrice americana. Nello stesso tempo la Germania ha anche fatto sapere di aver bloccato il processo di autorizzazione per l'approvazione del gasdotto russo Nord Stream 2.
I provvedimenti più gravi però potrebbero sopraggiungere nel momento in cui Putin dovesse invadere l'Ucraina su tutto il territorio, dichiarando di fatto una guerra di portata mondiale. A quel punto le misure da oltreoceano potrebbero estendersi al sistema bancario, emarginando gli istituti finanziari russi dai rapporti internazionali e costringendo la Banca di Russia a massicce operazioni di salvataggio.
Uno scenario del genere sarebbe catastrofico e getterebbe i mercati finanziari nel panico più assoluto. E' ragionevole pensare quindi che l'oro possa iniziare un nuovo rally ancora più deciso dell'ultimo attuato, con i prezzi che andrebbero a rivisitare i massimi storici di 2.121 dollari di agosto del 2020.