I consumatori di cioccolato devono prepararsi a nuovi rincari. L’aumento dei prezzi del cacao, aggravato da condizioni climatiche avverse e tensioni produttive in Africa occidentale, continuerà a riflettersi sui listini nel breve termine. Ma, secondo gli analisti, il mercato potrebbe trovare un equilibrio a partire dal prossimo anno, con una lieve distensione in vista della stagione pasquale del 2026. Vediamo tutti i dettagli.
Materie prime: cacao a livelli record
Negli ultimi anni i prezzi del cacao hanno raggiunto massimi storici: dai 2.374 dollari a tonnellata di tre anni fa fino agli oltre 8.000 dollari toccati a inizio 2024, prima di scendere intorno ai 7.855 dollari ad agosto 2025.
L’aumento dei prezzi ha messo sotto pressione i produttori di cioccolato, costretti a trasferire i costi ai consumatori. Nel Regno Unito, il cioccolato ha registrato l’inflazione più alta del settore alimentare nel 2024 (+11%). Negli Stati Uniti, i prezzi di prodotti popolari come Hershey’s Kisses sono saliti del 12% a/a.
Prezzi cacao: il nodo Africa occidentale
Il 70% della produzione globale di cacao proviene da Costa d’Avorio e Ghana. Proprio in Ghana, oltre 300.000 agricoltori hanno minacciato di boicottare la regolamentazione nazionale dopo l’annuncio di un prezzo di acquisto giudicato insufficiente: 51.660 cedis a tonnellata (4.783 dollari) per la stagione 2025/26, appena il 4% in più rispetto all’anno precedente.
La protesta rischia di alimentare il contrabbando verso i Paesi confinanti, dove i margini sono più alti, con il rischio di sottrarre centinaia di migliaia di tonnellate al mercato ufficiale. Secondo i funzionari del COCOBOD, nella stagione 2023/2024 il Paese ha perso circa 160.000 tonnellate di cacao a causa del commercio transfrontaliero illegale.
Prezzi cacao: correzione lenta, uno spiraglio per il 2026
Gli esperti di JP Morgan e Capital Economics avvertono che, nonostante il recente calo dei future, l’impatto sui prezzi al dettaglio sarà lento a manifestarsi. “Le quotazioni elevate del cacao nel quarto trimestre 2024 hanno avuto un effetto ritardato sull’intera industria”, ha affermato l’analista Tracey Allen. A pesare, oltre al deficit di offerta, sono anche i costi crescenti in settori come salari, energia e trasporti.
Le prospettive migliorano sul medio termine: l’arrivo a maturazione di nuove piantagioni in Ecuador e Brasile, condizioni climatiche più favorevoli e la riduzione della domanda industriale potrebbero stabilizzare i prezzi a circa 6.000 dollari a tonnellata, pur rimanendo ben al di sopra dei livelli storici. Tuttavia, le sfide strutturali in Africa occidentale - malattie delle piante, investimenti insufficienti e contrabbando - continueranno a esercitare pressione sui mercati.