I prezzi del petrolio sono balzati di oltre il 3%, prima di riassorbire quasi tutto il movimento al rialzo, dopo che Israele ha effettuato un attacco militare contro l'Iran, scatenando i timori di un'espansione della guerra in Medio Oriente. Israele ha effettuato un attacco militare limitato contro l'Iran e sta attualmente valutando l'efficacia dell'attacco e i danni causati, si legge su CNBC.
L'agenzia di stampa iraniana Fars ha riferito che sono state udite esplosioni nei pressi dell'aeroporto di Isfahan e che i voli per gli aeroporti di Teheran, Isfahan e Shiraz sono stati sospesi. Il sito di monitoraggio dei voli Flight Radar 24 ha mostrato che diversi voli sono stati deviati sullo spazio aereo iraniano nelle prime ore di oggi.
"Con gli attacchi di Israele all'Iran di oggi, come ritorsione per l'attacco iraniano a Israele di domenica scorsa, abbiamo ora una guerra calda diretta tra nazioni", ha dichiarato Clay Seigle, direttore del Global Oil Service di Rapidan Energy. "Il capitolo della 'guerra ombra' è giunto al termine", ha aggiunto, si legge su CNBC.
Mentre Washington ha promesso un impegno "ferreo" nei confronti di Israele, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha anche detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che gli USA non si uniranno a nessuna operazione offensiva contro l'Iran, ha dichiarato un alto funzionario dell'amministrazione alla NBC News.
Il "grande rischio" per i mercati petroliferi nell'espansione della guerra in Medio Oriente è che le esportazioni di petrolio dal Golfo Arabico vengano interrotte. La regione è responsabile di oltre 20 milioni di barili di petrolio al giorno.
Un'interruzione o la chiusura dello Stretto di Hormuz, un punto di strozzatura chiave che si trova tra l'Iran e l'Oman e attraverso il quale passa un quinto della produzione mondiale di petrolio, farebbe schizzare in alto i prezzi del petrolio. In questo contesto, vediamo ora il quadro grafico e come operare secondo l’analisi tecnica.
Materie prime, petrolio WTI: analisi tecnica e strategie operative
Il quadro tecnico del petrolio WTI è impostato al rialzo, in particolare dai minimi segnati a metà dicembre in area 66 dollari al barile. Nel breve termine i prezzi rimangono in prossimità del livello orizzontale a 82,60 dollari, zona dalla quale segnali di forza potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie long.
Tuttavia, guardando la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster - gli archi temporali selezionati vedono una potenziale fase di ribassista fino a fine mese, dopo la quale si potrebbe assistere a un recupero fino alla fine della seconda decade di maggio.
Nel caso di un proseguimento del movimento ribassista in atto dal 5 aprile scorso, segnali di forza in prossimità del supporto orizzontale a 80 dollari potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie long, che avrebbero come primo obiettivo di profitto area 82,60 dollari e secondo target localizzato sui massimi in area 87 dollari al barile.
Il quadro tecnico attualmente favorevole ai compratori verrebbe compromesso nel breve termine con la violazione degli 80 dollari, movimento che potrebbe trasportare i corsi in area 76-75 dollari al barile, area di concentrazione di domanda che conta i minimi segnati a marzo.
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