I prezzi del petrolio si mantengono in area 73 dollari al barile mentre il segretario di Stato statunitense Antony Blinken venerdì è arrivato in Turchia, nel tentativo di evitare un'escalation del conflitto tra Israele e Gaza. Con la minaccia di un'espansione del conflitto ancora presente, Blinken si è recato in Medio Oriente per una settimana di diplomazia.
Stati Uniti e Turchia discuteranno della ratifica dell'adesione della Svezia alla NATO, ma in cima all'agenda c'è il rischio che la guerra a Gaza deflagri in un conflitto regionale, specialmente dopo che Israele ha aumentato l'intensità degli attacchi sul Libano.
Oggi i prezzi del petrolio sono diminuiti di oltre l'1% a causa di forti riduzioni dei prezzi da parte dell’Arabia Saudita e di un aumento della produzione dell'OPEC, che compensa le preoccupazioni per l'escalation della tensione geopolitica in Medio Oriente.
Gli investitori hanno anche guardato agli ultimi dati macroeconomici per indicazioni su quando potrebbero iniziare i tagli dei tassi di interesse da parte della Fed: tagli al costo del denaro possono stimolare la crescita economica e tradursi in una maggiore domanda di petrolio.
Al momento però l’economia USA rimane forte, con gli ultimi dati sul mercato del lavoro che venerdì hanno battuto le attese degli analisti. Le buste paga non agricole sono aumentate di 216.000 unità a dicembre, ben al di sopra delle stime a +170mila unità e alle 173mila unità di novembre (riviste al ribasso da 199mila). Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 3,7%, rispetto al 3,8% atteso, mentre il salario medio orario è passato dal 4% al 4,1%.
I dati dovrebbero quindi scoraggiare i componenti “dovish” della Banca centrale USA a sostenere un possibile anticipo dei tagli dei tassi di interesse. I dati sull’inflazione che usciranno questa settimana saranno attentamente monitorati: se continueranno a mostrare un graduale ritorno verso l’obiettivo del 2% la Fed potrà prendere in considerazione un primo eventuale taglio nei primi sei mesi del 2024.
Il mercato si aspetta che l’inflazione si attesti al 3,3% a/a (3,1% a novembre), mentre il dato core è atteso in calo al 3,8% a/a dal 4%. In questo contesto, vediamo ora il quadro grafico e come operare secondo l’analisi tecnica.
Materie prime, petrolio WTI: analisi tecnica e strategie operative
Il quadro tecnico del petrolio WTI rimane impostato al ribasso, nonostante il recente recupero delle quotazioni. Al momento i corsi della materia prima rimangono in prossimità della linea di tendenza discendente che collega i massimi segnati il 20 ottobre e il 30 novembre e nuovi segnali di debolezza in questa zona potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie short in linea con il trend dominante.
A livello di stagionalità, con l’aiuto della piattaforma Forecaster, gli archi temporali selezionati vedono complessivamente una fase positiva fino al 22 gennaio, dopo la quale potrebbe seguire una fase correttiva fino al 6 febbraio prima di un nuovo allungo.
Ricordiamo che le indicazioni stagionali sono fallibili e devono essere confermate dall’effettiva azione dei prezzi. In questo contesto, un eventuale ritorno dei prezzi sopra la resistenza statica a 76 dollari potrebbe dare il via a posizioni long con primo obiettivo di profitto a 80 dollari e target più ambizioso a 84 dollari al barile.
La struttura grafica confermerebbe l’attuale view ribassista qualora dovessero manifestarsi nuovi segnali di debolezza in prossimità del livello dinamico evidenziato precedentemente o in area 74 dollari. In questo caso posizioni short potrebbero avere come obiettivo area 68 dollari al barile.