L'Europa riesce a superare il rischio della carenza di gas per il secondo anno consecutivo, dopo il crollo di forniture dalla Russia conseguente alla guerra con l'Ucraina. Il riempimento dello stoccaggio ha messo al riparo il Vecchio Continente da situazioni problematiche, unitamente alle maggiori forniture di gas naturale liquefatto, al maggiore affidamento alle rinnovabili e al nucleare, alla riapertura dei vecchi impianti e al risparmio energetico favorito anche dalle temperature più miti.
Uno studio effettuato da Moody's questo mese ha messo in luce come l'Unione Europea abbia raggiunto il record del 97,5% delle scorte di gas. Ciò implica che il rischio di rimanere a corto di energia per l'inverno è praticamente ridotto a zero.
"Il miglioramento delle riserve energetiche dell'Europa in vista di questo inverno è il risultato dell'efficacia delle azioni dei governi sul lato della domanda e dell'offerta e dei consistenti risparmi energetici sia delle famiglie che delle imprese", afferma il rapporto di Moody's. A tutto ciò si aggiunge il calo dei consumi derivanti dalla stagnazione dell'economia, ha riferito la società americana.
Gas naturale: rischio reale di aumento dei prezzi
Se l'Unione Europea sarà al riparo da un deficit energetico, le famiglie e le imprese della regione non saranno immuni dalle bollette salate. L'energia è stato il principale motore in Europa della più grande inflazione degli ultimi 40 anni. L'entità dell'aumento dei prezzi si è moderata in tutti gli altri settori, ma in quello dell'energia ancora incontra delle resistenze.
Moody's ha affermato che le quotazioni del gas sono ben al di sopra della media del periodo 2015-2019. Il problema è che resteranno al di sopra di questo livello fino al 2031, secondo l'agenzia. "I prezzi del gas europeo rimarranno alti e volatili principalmente a causa dell'aumento dei rischi geopolitici, che riflettono la loro intrinseca vulnerabilità alle interruzioni delle forniture", rileva il rapporto. Tali rischi nello specifico alludono a "un ulteriore taglio della fornitura dai gasdotti russi ed episodi di interruzione delle forniture, come si è visto negli scioperi negli impianti di GNL australiani all'inizio di quest'anno".
La volatilità è stata esacerbata anche a seguito dello scoppio della guerra Israele-Hamas, cita il rapporto, perché sono aumentati i premi al rischio facendo salire i prezzi spot del gas, nonostante l'Europa sia distante dal conflitto bellico. Il problema è che la situazione potrebbe peggiorare qualora lo scontro in Medio Oriente si estendesse ad altri Paesi come l'Iran. A quel punto, "i prezzi del gas europeo potrebbero salire a livelli simili a quelli visti dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Questo scenario danneggerebbe l'attività economica e aggiungerebbe ulteriori sfide per i settori ad alta intensità energetica", afferma Moody's.