Le quotazioni del petrolio hanno subito un rallentamento nelle ultime tre settimane, con il prezzo del Brent che è nei pressi degli 80 dollari al barile e le quotazioni del West Texas Intermediate (WTI) sui 75 dollari.
L'attesa riunione dell'
OPEC+ di domenica scorsa ha sancito un accordo tra i Paesi esportatori di greggio per
estendere la maggior parte dei tagli alla produzione fino al prossimo anno, lasciando spazio a otto membri per tagli volontari. Durante la settimana, il ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, ha affermato che il cartello potrebbe sospendere o invertire gli aumenti dell'output se il mercato del petrolio si mostrasse abbastanza forte. Gli ha fatto eco il vice primo ministro russo Alexander Novak, secondo cui l'accordo potrebbe essere modificato se necessario.
Il petrolio ha preso forza negli ultimi giorni dall'aspettativa che la
Federal Reserve segua la
Banca Centrale Europea e tagli quanto prima i tassi di interesse. L'oro nero solitamente tende a salire in un ambiente di costi di finanziamento bassi che rilanciano l'economia, poiché ciò alimenta la domanda di tutti i beni in cui la materia prima viene utilizzata, dal carburante all'energia.
Petrolio: il picco della domanda solo nel 2034
L'andamento negli ultimi due anni del prezzo del petrolio - scivolato sensibilmente dai massimi di 140 dollari al barile del 2022 -, nonché le strette dell'OPEC+ sull'offerta, pongono degli interrogativi sulla domanda futura dell'oro nero.
Posto che la ripresa della Cina potrebbe riportare la domanda sui livelli consueti, anzi ancora maggiori a causa del ritardo delle energie rinnovabili, quando ci sarà effettivamente il picco? Per rispondere a tale domanda si può far riferimento a un report elaborato alcuni giorni fa degli analisti di Goldman Sachs, secondo cui potrebbe passare un decennio prima di vedere un'inversione vera e propria.
A giudizio degli esperti della banca americana, la crescita globale farà aumentare i consumi, portando a un picco della richiesta di greggio nel 2034 a 110 milioni di barili al giorno. A quel punto avverrebbe una flessione delle richieste in media dello 0,3% annuo fino al 2040. Entro la fine del decennio in corso, invece, Goldman Sachs ha alzato le stime sulla domanda a 108,5 milioni di barili giornalieri da 106 milioni.
Per quanto riguarda i derivati del petrolio, l'istituto finanziario prevede che la domanda di benzina raggiungerà il picco nel 2028, o nel 2030 nello scenario in cui le auto elettriche si diffondano con minore rapidità. Quanto al diesel, il massimo della domanda arriverà più tardi, nel 2034, per effetto del fatto che gli autocarri medi e pesanti che vanno a diesel sono più difficili da elettrificare. Per questi mezzi, osserva Goldman Sachs, un valido sostituto potrebbe essere l'idrogeno.