Il petrolio si è stabilizzato sopra i 100 dollari al barile, dopo una breve incursione al di sotto sostenuta dal rilascio delle scorte strategiche da parte dei membri dell'Agenzia Internazionale dell'Energia che hanno rilanciato l'offerta. L'
OPEC da maggio aumenterà l'output di 432 mila barili al giorno ma, secondo quanto sostenuto dai massimi rappresentanti del cartello dei Paesi produttori,
il problema è a livello politico e non dipende tanto dalle dinamiche della domanda e dell'offerta.
Quindi, la guerra Russia-Ucraina in questo sta svolgendo un ruolo determinante, perché alimenta una spirale inflazionistica sui bene energetici che potrà essere arrestata solamente con la fine delle ostilità. Ecco perché il ritracciamento delle quotazioni del greggio ha avuto vita breve e l'oro nero probabilmente si appresta a ritestare il picco di oltre 130 dollari al barile raggiunti quest'anno, nel massimo delle tensioni a livello geopolitico.
Petrolio: perché le quotazioni rimarranno alte
Gli analisti si aspettano quantomeno che i prezzi rimarranno saldi sopra la soglia psicologica dei 100 dollari, perché ritengono che
il mercato difficilmente troverà supporto dai produttori, preoccupati dal contesto generale che potrebbe portare a una distruzione della domanda. Quest'ultima potrebbe infatti subire uno
shock derivante da una recessione alimentata dal rialzo dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve e anche dal riacutizzarsi del Covid-19 in Cina che sta portando a chiusure dell'attività produttiva soprattutto in zone nevralgiche del Paese.
Matthew Sherwood, economista presso l'Economist Intelligence Unit, ha affermato che quanto visto in questi 2 ultimi anni, con prima lo shock petrolifero di prezzi negativi e poi delle quotazioni che hanno raggiunto il massimo da 14 anni, siano il frutto di ricadute economiche della pandemia. Il mercato ora è in deficit di offerta, che rimarrà in gran parte tale quest'anno per effetto della guerra Russia-Ucraina perché i Paesi occidentali hanno limitato l'acquisto di petrolio russo, ha aggiunto Sherwood.
A suo avviso, la volatilità in questi ultimi 2 anni ha reso i produttori diffidenti a causa degli improvvisi movimenti dei prezzi, quindi sono molto più cauti, visti i rischi al ribasso. Di conseguenza, la situazione rimarrà tale fino a quando i produttori non saranno sicuri che i prezzi resteranno elevati in modo più permanente. Sherwood quindi prevede quotazioni del greggio sopra i 100 dollari al barile per tutto il tempo che permane il conflitto nell'Est Europa, con la possibilità che si rivedano i picchi di 130 dollari.
Scott Sheridan, Amministratore Delegato del broker online Tasteworks, sostiene che la gamma di movimenti dei prezzi abbia effettivamente senso se presa in un contesto di eventi mondiali. Quello che si è visto nel 2020 è stato un caso che nessuno poteva prevedere, così come quanto accade oggi con il conflitto bellico in corso, afferma l'esperto.
A giudizio di Tammy Da Costa, analista di DailyFX, l'aumento dei prezzi alimentari e le sanzioni verso la Russia in teoria potrebbero esercitare pressione sull'OPEC affinché aumenti le forniture di petrolio. Tuttavia, i membri dell'organizzazione non hanno incrementato l'output abbastanza per riuscire ad equilibrare il mercato.
Per Da Costa nel breve periodo USA e AIE potrebbero limitare l'impatto delle sanzioni alla Russia attraverso il rilascio di 240 milioni di barili dalle scorte strategiche di emergenza, ma alla lunga l'estensione della guerra e il rapido esaurimento delle riserve saranno determinanti per riportare a un deficit dell'offerta che potrà essere colmato solo se i produttori dell'OPEC aumentano la produzione.