Dopo il picco dei prezzi del 2021–2022 e il progressivo ridimensionamento dovuto alla transizione verso veicoli elettrici, il 2024 ha segnato un anno di stabilizzazione per il mercato del palladio. Secondo i dati dell’United States Geological Survey, o USGS, (Mineral Commodity Summaries 2025), la produzione mineraria globale è stata di circa 190 tonnellate, con una concentrazione fortissima in pochi Paesi. Russia e Sud Africa da sole rappresentano oltre i tre quarti dell’estrazione mondiale, confermando la natura strategica e geopoliticamente sensibile di questo metallo.
Il palladio, essenziale nei catalizzatori per motori a benzina, continua comunque a essere richiesto anche in elettronica, odontoiatria e applicazioni industriali di nicchia. Parallelamente, il riciclo ha contribuito per circa 45 tonnellate di metallo recuperato, rendendo il mercato meno dipendente dalla sola estrazione primaria.
Palladio: la top ten della produzione
Di seguito vediamo la classifica dei dieci più grandi produttori di palladio al mondo aggiornata a fine 2024, mettendo in risalto la quantità realizzata e le caratteristiche peculiari. I dati sono estratti dalle informazioni fornite dall'USGS e dai siti online specializzati.
Russia
La Russia resta il primo produttore mondiale, con una produzione di 75 tonnellate. Il Paese è dotato di giganteschi giacimenti nel Norilsk-Talnakh, in Siberia. L’azienda Nornickel domina l’estrazione, fornendo circa il 40% dell’offerta globale. Le sanzioni internazionali hanno complicato le esportazioni, ma Mosca continua a vendere tramite canali alternativi, mantenendo la sua posizione di leader indiscusso.
Sud Africa
Secondo produttore e cuore storico dei metalli del gruppo del platino è il Sud Africa, con 72 tonnellate estratte. La produzione, concentrata nella cintura del Bushveld Complex, è rimasta stabile nonostante problemi energetici e scioperi, grazie agli investimenti in tecnologie di estrazione più efficienti. Il palladio sudafricano è spesso un sottoprodotto del platino, e il Paese bilancia la propria economia mineraria su più metalli preziosi.
Canada
Il Canada si conferma terzo produttore globale con 15 tonnellate di palladio. Le miniere canadesi sono concentrate nell’Ontario settentrionale e nella regione del Quebec. Il giacimento di Lac des Iles, gestito da Impala Canada, è il fulcro della produzione. Il governo canadese punta su standard ambientali elevati e sulla tracciabilità dei metalli critici, fattore che rende il suo palladio molto appetibile per i mercati occidentali.
Zimbabwe
Zimbabwe è ormai una potenza regionale per i metalli del gruppo del platino, con miniere nel distretto del Great Dyke. L’aumento degli investimenti cinesi e sudafricani ha mantenuto alta la produzione nel 2024, ammontata a 15 tonnellate di palladio. Tuttavia, l’instabilità economica e la carenza di infrastrutture restano sfide importanti per una crescita sostenibile nel lungo periodo.
Stati Uniti
Negli USA il palladio è estratto principalmente in Montana, nella miniera di Stillwater (oggi di proprietà sudafricana, Sibanye-Stillwater). La produzione è relativamente piccola ma strategica, poiché rappresenta una delle poche fonti occidentali dirette. Gli Stati Uniti stanno anche potenziando il riciclo come parte della strategia di sicurezza delle risorse critiche. A fine 2024, la produzione di palladio si è attestata a 8 tonnellate.
Finlandia
La Finlandia figura tra i piccoli ma rilevanti produttori europei. La miniera di Kevitsa, nel Lapponia finlandese, produce palladio come sottoprodotto del nichel e del rame. Helsinki promuove politiche minerarie sostenibili e un forte controllo ambientale, posizionandosi come fornitore “green” nel mercato europeo. Lo scorso anno la sua estrazione di palladio è risultata di 1,3 tonnellate.
Australia
Al settimo posto si colloca l'Australia, con 0,96 tonnellate. Il Paese estrae palladio principalmente come sottoprodotto del nickel nella regione occidentale (Kalgoorlie e Kambalda). Anche se i volumi sono modesti, la nazione oceanica punta sull’espansione delle miniere di metalli critici per ridurre la dipendenza dalle importazioni. L’attenzione alla sostenibilità e alla tracciabilità è una leva per attrarre investimenti internazionali.
Norvegia
Ottava della classifica è la Norvegia, grazie a 0,392 tonnellate estratte. Il Paese scandinavo mantiene una piccola ma costante produzione di palladio, legata alle sue miniere di nichel e rame. Le compagnie locali investono in processi di estrazione a basse emissioni e in programmi di economia circolare, rendendo la nazione un modello di estrazione responsabile anche su scala ridotta.
India
L’India non è un grande produttore, avendo estratto solo 0,1 tonnellate di palladio lo scorso anno. Tuttavia, si è affacciata di recente nel settore grazie a piccole miniere e impianti di recupero di metalli del gruppo del platino. La sua importanza è più strategica che quantitativa, poiché rappresenta un mercato in rapida crescita nella domanda di catalizzatori e tecnologie verdi.
Brasile
Chiude la gradutatoria il Brasile, con una produzione di 0,093 tonnellate di palladio. Il suo metallo è spesso un sottoprodotto di progetti auriferi e di nichel nel Minas Gerais. Il potenziale di crescita è interessante, ma il settore resta frammentato. L’attenzione ambientale e il miglioramento delle infrastrutture minerarie potrebbero essere fattori chiave per il futuro.
Le prospettive future
Osservando questa classifica, si evince una forte concentrazione geografica della produzione: Russia e Sud Africa dominano, mentre il resto del mondo gioca ruoli marginali ma strategici. La crescita del riciclo e il calo della domanda automobilistica tradizionale stanno ridisegnando le dinamiche di mercato.
Nel medio termine, la transizione elettrica e le tensioni geopolitiche spingeranno governi e industrie a diversificare le fonti di approvvigionamento e a valorizzare il recupero dei materiali. Il palladio rimane comunque un metallo di valore elevato, con un ruolo centrale nei settori dove la pulizia delle emissioni e l’efficienza energetica sono priorità. Nel 2025 il suo equilibrio di mercato dipenderà più dall’innovazione e dalla sostenibilità che dai volumi estratti.