Le quotazioni dell'oro oggi sono in rialzo, stabilizzandosi sopra quota 3.400 dollari l'oncia. Le rinnovate tensioni commerciali derivanti dai nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno spinto gli investitori verso l'asset considerato bene rifugio per eccellenza.
Da inizio anno, gli acquisti del metallo prezioso sono stati trainati proprio dalle schermaglie tariffarie. A queste si sono aggiunti i conflitti in Medio Oriente e Ucraina e la posizione delle Banche centrali, alla ricerca di un'alternativa al dollaro USA tra le proprie riserve. Recentemente, però, i prezzi dell'oro sono scivolati dal massimo storico del mese scorso di 3.510 dollari, grazie soprattutto all'allentamento delle tensioni con gli accordi commerciali tra gli USA ed i partner commerciali.
Il ritorno di fiamma verso il metallo giallo è stato anche determinato dai brutti dati sull'occupazione americana di venerdì scorso, con il mercato ora in attesa che la Federal Reserve rompa gli indugi e tagli i tassi di interesse. Ciò spingerebbe in basso i rendimenti sul mercato, il che farebbe diminuire il costo opportunità della detenzione di un asset non redditizio qual è l'oro.
Oro: Citigroup cambia opinione
Il peggioramento dell'economia statunitense e il possibile aumento dell'inflazione a causa dei dazi hanno indotto gli analisti di Citigroup a rivedere al rialzo le previsioni sull'oro nei prossimi mesi. Ora il team guidato da Max Layton stima un intervallo di prezzi tra 3.300 e 3.600 dollari da qui a tre mesi, rispetto alla previsione di giugno secondo la quale le quotazioni sarebbero scivolate sotto i 3.000 dollari nei trimestri successivi.
"In scia dei timori per una recessione statunitense a causa degli alti tassi di interesse, gli operatori hanno acquistato oro per coprire i rischi al ribasso", hanno scritto gli analisti di Citi. "Questa paura è probabilmente aumentata negli ultimi sei mesi, data la più grande agenda tariffaria commerciale del presidente Trump in un secolo".
Per quanto riguarda il 2026, la posizione di Citigroup è di cautela perché "gli investitori avranno più certezze sul commercio" e ci saranno "possibili stimoli" da quello che Trump definisce "One Big Beautiful Big Act".
Grazie al cambiamento di view sull'oro, adesso Citigroup si allinea ad altri grandi istituti finanziarie come Goldman Sachs e Fidelity International. La banca di investimento americana ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul prezzo dell'oro per la fine del 2025, portandole da a 3.300 a 3.700 dollari l'oncia. Il gestore patrimoniale, invece, vede il prezzo del metallo salire fino a 4.000 dollari nel 2026 per effetto del taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, della discesa del dollaro Usa e delle Banche centrali che continueranno ad acquistare.