Oro: prezzi ai massimi di 8 mesi, dove potranno arrivare nel 2023? | Investire.biz

Oro: prezzi ai massimi di 8 mesi, dove potranno arrivare nel 2023?

09 gen 2023 - 11:00

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L'oro continua la sua corsa grazie al rallentamento della crescita dei salari USA e del dollaro americano. Cosa bisogna aspettarsi per quest'anno? Vediamolo insieme

 
L'oro procede a grandi falcate verso i nuovi massimi da 8 mesi, raggiungendo quota 1.882 dollari l'oncia. Dal minimo di settembre a 1.618 dollari, il metallo giallo ha fatto un balzo del 16% e quest'anno, secondo gli esperti, potrebbe superare il massimo storico fissato a marzo 2022 a 2.078 dollari.
 
A rivitalizzare la materia prima negli ultimi mesi è stato il rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti e l'indebolimento del dollaro USA. L'indice dei prezzi al consumo è sceso in quota 7%, dando chiari segnali che il carovita negli USA si sta raffreddando. Ciò ha creato le premesse per un allentamento delle strette sui tassi da parte della Federal Reserve. Questo è un fattore positivo per l'oro, in quanto proprio gli alti rendimenti sul mercato hanno allontanato gli investitori dal prezioso per tutto il 2022, indirizzandoli verso attività più redditizie. Quanto al biglietto verde, il ritracciamento recente dopo la straordinaria cavalcata dello scorso anno ha reso più conveniente comprare oro per gli investitori non americani, grazie a un effetto cambio meno sfavorevole.
 
I dati sull'occupazione statunitense di venerdì scorso hanno contribuito a rilanciare le quotazioni dell'oro, poiché hanno evidenziato una crescita dei salari più lenta del previsto, il che detta le premesse per un'inflazione più lieve. "I dati statunitensi più deboli di venerdì hanno aumentato l'attrattiva dell'oro, suggerendo che la stretta cumulativa della Fed nel 2022 sta iniziando a farsi sentire sull'economia e che la Fed può permettersi di rallentare il suo ritmo di restringimento", ha affermato Christopher Wong, strategist di OCBC FX.
 
 

Oro: 2 eventi importanti per questa settimana


Questa settimana sarà cruciale per i prezzi dell'oro, dal momento che vi sono due eventi importanti da tenere d'occhio. Il primo è rappresentato dalla conferenza stampa di Jerome Powell che si terrà martedì 10 gennaio a Stoccolma. Nell'occasione, il Governatore della Banca Centrale americana darà presumibilmente alcune indicazioni di carattere macroeconomico e, di conseguenza, fornirà spunti sulle intenzioni di politica monetaria della Fed.
 
Il secondo appuntamento è fornito dalla pubblicazione dell'indice dei prezzi al consumo USA del mese di dicembre, i cui risultati saranno rilasciati giovedì 12 gennaio dal Bureau of Labour Statistics. Ora il mercato si aspetta un segnale molto forte di conferma del calo dell'inflazione, stimando un livello del 6,5%.
 
Se questi due eventi dovessero dare indicazioni positive, non è escluso che l'oro possa continuare la sua corsa e sfondare la soglia psicologica di 1.900 dollari l'oncia. "I dati IPC di questa settimana saranno fondamentali. Un'altra decelerazione delle pressioni sui prezzi potrebbe aumentare l'appetito per l'oro, mentre il dollaro rimane sotto pressione. Tuttavia, un aumento inaspettato dell'IPC potrebbe innervosire il sentiment", ha detto Wong.
 
 

Oro: un 2023 ancora pieno di incertezze


Il resto dell'anno comunque si presta ancora a molti punti oscuri. Una recessione globale è tutt'altro che scongiurata e, qualora dovesse arrivare, potrebbe stimolare l'appetito per il metallo prezioso nella veste di bene rifugio.
 
Poi vi è da considerare la situazione della Cina, che insieme all'India è il più grande consumatore di oro al mondo. Pechino ha deciso di riaprire i suoi confini e di mettere per il momento una pietra tombale sulla politica zero Covid che ha caratterizzato gran parte del 2022. "La domanda industriale potrebbe salire in maniera esponenziale nel breve termine", ha affermato Clifford Bennett, capo economista di ACY Securities. I contagi nel Paese però si mantengono alti e la popolazione cinese è scarsamente vaccinata. Cosa potrebbe portare tutto questo è ancora sotto una coltre di incertezza. La paura è che le Autorità cinesi possano improvvisamente decidere un dietrofront, con tutte le conseguenze del caso sull'economia del Dragone.
 
Infine, vi è da considerare l'andamento del dollaro statunitense. Secondo alcuni, la moneta a stelle e strisce ha finito la benzina e si prepara inesorabilmente a un anno debole, via via che la Fed rallenta la morsa sui tassi d'interesse. Altri sostengono, invece, che l'inflazione si manterrà alta e i tassi saranno tenuti elevati a lungo. Questo comporterà un ritorno del biglietto verde che frenerà il rally dell'oro.
 
 
 

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