L'ondata di infezioni da Covid-19 che sta colpendo la Cina in questo periodo desta non poche preoccupazioni, alla luce del fatto che le decisioni di Pechino di abbandonare la politica zero contagi ha favorito la speranza che la domanda possa riprendere a spron battuto nel 2023. In particolare, le materie prime hanno capitalizzato questa svolta, migliorando il sentiment generale, nonostante le prospettive recessive negli Stati Uniti e in Europa.
A meno di nuovi intoppi, il Dragone dovrebbe sostenere la domanda globale. Le aspettative del PIL cinese quest'anno sono di una crescita del 4,8%, ben superiori rispetto al 3% dello scorso anno. Si tratta di una prospettiva allettante, anche se la prima parte di anno si prospetta traballante per via del dilagare del virus. Jia Zheng, trader di materie prime presso Shanghai Dongwu Jiuying Investment Management Co, teme che il primo trimestre possa essere difficile in quanto "varie politiche economiche devono manifestare il loro effetto", tuttavia l'esperto ritiene che nel secondo trimestre si vedranno i miglioramenti.
Materie prime: ecco come sarà la domanda nel 2023
Le materie prime nel 2022 hanno guadagnato circa il 7%, grazie soprattutto alla guerra Russia-Ucraina. Per quest'anno la Cina potrebbe rappresentare un elemento chiave del sostegno ai prezzi. Vediamo nello specifico cosa potrebbe succedere alle varie tipologie di commodities.
Petrolio e gas
I prezzi di petrolio e gas sono attualmente in caduta libera: in due giorni il greggio ha perso oltre il 9% del suo valore, mentre le quotazioni del gas alla Borsa di Amsterdam sono precipitate al di sotto del livello ante invasione dell'Ucraina. Ad aver influito sull'andamento dei combustibili è sia l'entrata in vigore del price cap stabilito dall'Occidente, sia il clima invernale sorprendentemente più mite.
La riapertura della Cina però potrebbe rilanciare la domanda quest'anno, rischiando di far lievitare nuovamente i prezzi. "La Cina sta riaprendo molto più velocemente di quanto ci aspettassimo, ponendo ulteriori rischi al rialzo per i nostri dati sulla domanda di petrolio", ha detto Amrita Sen, direttore della ricerca presso Energy Aspects Ltd., in una nota la scorsa settimana. L'esperta prevede che la domanda di carburante per aerei salirà al 90% dei livelli pre-pandemia entro il quarto trimestre.
Anche Zhou Mi, analista del Chaos Research Institute di Shanghai, è convinto che entro il terzo trimestre il consumo di petrolio dalla Cina tornerà come prima della pandemia. Mentre Wood Mackenzie Ltd stima una crescita del 6% nel 2023 della domanda di gas naturale liquefatto.
Metalli
Il malessere immobiliare che ha colpito la Cina rappresenta un forte freno alla domanda di metalli, soprattutto del minerale di ferro. Tuttavia, l'ottimismo sulla ripresa ha permesso a questa materia prima di balzare del 17% nel mese di dicembre. Gli investitori stanno scommettendo su una rinascita dell'edilizia, anche se la situazione finanziaria dei gruppi immobiliari desta ancora preoccupazione.
Secondo Citigroup, non ci sarà alcuna inversione di tendenza significativa sulla domanda di acciaio, se prima non vi è un sostanziale allentamento quantitativo da parte delle Autorità centrali. Mentre, Tomas Gutierrez, analista di Kallanish Commodities, ritiene che il miglioramento del supporto al credito e la fine del Covid zero dovrebbero preparare il terreno per una ripresa dell'acciaio dal secondo trimestre in poi.
Agricoltura
La crisi indotta dal virus ha rallentato la spesa cinese per i prodotti alimentari, di conseguenza le materie prime agricole si sono ritrovate con un calo della domanda. Con la riapertura, molte cose potrebbero cambiare al punto che la società di ricerca Gro Intellicence ha scritto in una nota che una forte ripresa potrebbe avere un impatto epocale sui flussi di importazione della Cina. In un sondaggio condotto da Bloomberg, le importazioni cinesi di soia potrebbero arrivare a un livello record di 100 milioni di tonnellate nel 2023, dai circa 90 milioni dello scorso anno.