L'oro ha concluso il 2024 con un guadagno del 26,25%, raggiungendo a ottobre un picco di 2.801 dollari l'oncia. L'anno meraviglioso del metallo giallo si può spiegare con la corsa degli investitori verso un bene rifugio affidabile per effetto delle tensioni economiche e geopolitiche in atto.
I conflitti in Ucraina e Medio Oriente, le preoccupazioni per una eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina, le guerre commerciali tra l'Occidente e il Dragone e la crisi economica in Europa sono solo alcune delle cause che hanno allarmato il mercato.
L'oro è stato molto appetibile anche per le Banche centrali che, secondo i dati ufficiali, hanno acquistato 694 tonnellate di metallo nei primi nove mesi del 2024. In particolare, la People's Bank of China ha annunciato a novembre la ripresa degli acquisti dopo una pausa di sei mesi.
Infine, il rally dell'oro può essere spiegato con le aspettative che le Banche centrali abbasseranno i tassi di interesse. Fed, BCE e BoE hanno iniziato il ciclo dei tagli quest'anno e continueranno nel 2025. Questo è un vantaggio per il metallo prezioso, in quanto diminuisce il costo opportunità di detenere un asset non redditizio come l'oro.
Oro: continuerà il rally nel 2025?
Il 2025 presenta delle incertezze che rendono più oscure le aspettative sulla materia prima. Se il neo presidente
Donald Trump terrà fede alla sua promessa di applicare dazi commerciali generalizzati potrebbe rimettere in moto meccanismi inflazionistici, il che costringerebbe la
Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse. Tuttavia, la politica di tagli alle tasse dell'amministrazione Trump potrebbe generare un aumento del deficit degli Stati Uniti, riportando in auge le preoccupazioni sull'elevato livello del debito. Le tensioni che ne conseguono, quindi, avrebbero l'effetto di sostenere gli acquisti dell'oro.
Molto dipenderà anche dal fatto che le Banche centrali tengano o meno lo stesso ritmo degli acquisti che hanno tenuto lo scorso anno. Secondo Henrik Marx, responsabile globale del trading di Heraeus Precious Metals, "l'interesse delle Banche centrali sarà una base forte per l'acquisto nel 2025", con il prezzo dell'oro che arriverà ai "massimi di 2.950 dollari". A suo avviso, i prezzi saranno favoriti dal secondo mandato presidenziale di Trump, in quanto "qualunque cosa annunci aumenterà il debito, portando a un dollaro più debole e a un aumento dell'inflazione". Tutto ciò, "di solito è una buona miscela per l'oro", ha aggiunto.
Le banche di Wall Street sono altrettanto convinte di una ripresa del rally. Sulla base di un sondaggio condotto dal Financial Times, le previsioni medie dicono che l'oro salirà fino a circa 2.795 dollari l'oncia. Tra tutte le banche, quella più rialzista è Goldman Sachs, che vede il metallo a 3.000 dollari entro la fine dell'anno in corso. L'istituto finanziario americano scommette sulla "domanda della Banca centrale e sui tagli dei tassi Fed" come catalizzatori.
Tra le poche banche ribassiste figurano Barclays e Macquarie, le quali hanno un prezzo obiettivo a 2.500 dollari. "Il nostro scenario di base per il 2025 è che l'oro debba inizialmente affrontare la continua pressione della forza del dollaro USA, ma sia supportato da un miglioramento degli acquisti fisici e da una costante domanda ufficiale del settore", hanno scritto gli analisti di Macquarie nelle loro prospettive di fine anno.