L'oro viaggia nei pressi del record storico stabilito la scorsa settimana a 3.263 dollari l'oncia sull'escalation delle tensioni commerciali tra USA e Cina. Nel week-end è arrivata una tregua dopo che l'amministrazione USA ha esentato dalle tariffe diversi beni elettronici di consumo come PC e smartphone, molti dei quali sono di importazione cinese o comunque sono realizzati approvvigionandosi di componenti provenienti dalla Cina (Trump ha già precisato che le esenzioni non sono permanenti e che comunque questi prodotti sono ancora "soggetti agli attuali dazi del 20% sul Fentanyl).
Questo è stato interpretato dai mercati finanziari come una forma di distensione dei rapporti tra Washington e Pechino. Infatti, le Borse hanno ripreso a salire, mentre gli investimenti in beni rifugio come l'oro hanno conosciuto una pausa.
Proprio in Cina, i volumi di trading del metallo prezioso hanno recentemente raggiunto livelli decisamente elevati. Raffinerie, commercianti e rivenditori hanno accelerato le attività di copertura, in preda al panico per le politiche commerciali di Stati Uniti e Cina. Secondo i dati forniti da Bloomberg, questa frenesia negli acquisti ha comportato un premio in Cina di circa 20 dollari l'oncia rispetto ai prezzi registrati nei mercati internazionali, a fronte di uno sconto per la maggior parte del 2024 allorché la domanda cinese si era indebolita.
Un contributo importante agli alti volumi è stato dato dalla People's Bank of China, che il mese scorso ha aggiunto 2,8 tonnellate tra le sue riserve. Tuttavia, "gran parte degli acquisti deriva dalla domanda di lingotti da investimento, dagli afflussi verso gli ETF e dai piani di accumulo dell'oro delle banche", ha detto Zijie Wu, analista con sede a Shenzhen presso Jinrui Futures Co.
"Gli investitori continuano a preferire l'oro come bene rifugio e diversificatore di portafoglio a lungo termine, poiché le obbligazioni e le azioni nazionali sono sotto pressione. Mi aspetto che gli investimenti e la copertura della domanda in Cina rimangano resilienti poiché i capovolgimenti politici negli Stati Uniti creano maggiore incertezza", ha aggiunto.
Secondo Vasu Menon, Amministratore delegato della strategia di investimento presso Oversea-Chinese Banking Corporation, "la Cina potrebbe essere incoraggiata a continuare ad andare avanti più attivamente per diversificare le sue riserve lontano dal dollaro USA e dai titoli del Tesoro, dato che è l'epicentro della guerra commerciale". La domanda cinese è stata anche sostenuta da un programma pilota che consente ai fondi assicurativi di investire in oro, come parte degli sforzi per ottimizzare le loro asset allocation.
Outlook Oro: Goldman Sachs vede prezzi a 4.500 dollari
Gli analisti stimano prezzi dell'oro ancora in rialzo. Tra le principali banche, Goldman Sachs è la più rialzista sul metallo giallo. Gli analisti dell'istituto finanziario americano stimano quotazioni a 3.700 dollari entro fine 2025, grazie a una domanda più forte delle Banche centrali e all'aumento dei rischi di recessione che alimentano la richiesta di beni rifugio. Gli esperti ipotizzano anche che i prezzi balzino fino a 4.500 dollari in scenari estremi dettati da "rischi di subordinazione della Federal Reserve o cambiamenti nella politica delle riserve statunitensi".
Anche Zain Vawda, analista del broker Oanda, è convinto di una prosecuzione del rally dell'oro. "Un accordo tra Stati Uniti e Cina sembra improbabile a breve e i dazi commerciali globali continuano a rappresentare una sfida, mantenendo forte la domanda di beni rifugio come l'oro", ha detto. "Inoltre, l'indebolimento del dollaro USA aggiunge ulteriore supporto all'attrattiva del metallo".